Rivista Rotary | Giugno 2016 - page 64

FELLOWSHIP D.2120
Condivisione di esperienze e di rotarianità
La Commissione Distrettuale Fellowships e i circoli professionali del Distretto 2120.
Come avviene per ogni carica, ho con-
siderato l’assunzione della Presidenza
della Commissione Distrettuale Fellow-
ships un dono da mettere a frutto; la
nomina conferitami dalla Governatrice
Mirella Guercia è risultata infatti una
sorpresa particolarmente gradita, poi-
ché sono stata e sono convinta che
l’adesione a un circolo rotariano inter-
nazionale possa contribuire - per alcuni
versi - a fortificare l’appartenenza al
Rotary e ai suoi principi. Peraltro, io
stessa sono membro dell’IYFR – Flotta
Italia Sud Est.
La presidenza, però, pone in essere
una responsabilità e un rapporto, con
e verso il Distretto, diversi dall’appar-
tenenza ai circoli, perché questi, da
statuto, non dipendono dal Distretto.
Date queste premesse, ove possibile,
è compito della Commissione fare da
raccordo tra il Governatore e i diversi
circoli, spesso definiti “altro dal Ro-
tary”. Difatti, sebbene sia consentito
l’uso dei marchi del Rotary, i circoli
non operano a nome del Rotary e il
riconoscimento ufficiale del Consiglio
Centrale non implica alcun obbligo del
Rotary International, dei distretti o dei
club. Inoltre, come sappiamo, all’in-
terno del nome del circolo non può
comparire la parola Rotary, bensì solo
“rotarian” oppure “of rotarians”. So-
no, dunque, “attività parallele” o, per
meglio dire, “attività di rotariani”, alle
quali il RI - che a esse dedica il mese di
giugno, già mese dell’amicizia (Rotary
Recreational and Vocational Fellowship
Month) - offre visibilità durante i con-
gressi internazionali. Sono spazi, entro
cui condividere le attività professionali
o sportive, in sintonia intellettuale o
con la gioiosità ricreativa, che stanno
a cuore al RI, prodigo d’indicazioni
affinché i circoli attraggano un numero
sempre più alto di soci, e i presidenti
di commissione promuovano eventi nei
distretti. Con questo spirito, la Com-
missione, attivando la Fellowship per la
Cultura Italiana nel Mondo (ICWRF) e il
gruppo delle Auto Storiche, ha messo
a punto con il Delegato del progetto
“Il Rotary per i Castelli”, Franco Fa-
cecchia, la prima edizione di “Castelli
e motori”, alla quale è collegato un
service sociale.
Essendomi accostata in diverse occa-
sioni all’attività di alcuni circoli, ho
avuto modo di comprendere come il
sentire comune e il sentire amicale
che vi si respirano, non prescindano,
anzi affondino le radici nel sistema
valoriale del Rotary condiviso dai soci:
questo non fa che alimentare il “gusto”
dell’appartenenza al sodalizio, «miglio-
rando – come recita la guida del Rotary
Center – l’esperienza nel Rotary» al-
la cui attrattività possono concorrere.
Le fellowships possono davvero essere
un’ulteriore possibilità entro cui svi-
luppare e inverare i processi identi-
tari del Rotary, perché, se ben coese,
esse innescano dinamiche capaci di
rianimare anche l’adesione ai club e
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