Rivista Rotary | Giugno 2016 - page 58

onesti e avere fermi principi morali in ogni circostanza, attra-
verso comportamenti ineccepibili, come espressi nel codice
deontologico (Dichiarazione degli operatori economici e dei
professionisti del Rotary, approvata dal Consiglio di Legisla-
zione nel 1989) e nella prova delle quattro domande.
Questa la divisa morale che deve guidarci; uno stile di vita
che fa già parte della coscienza del singolo, ma che impone
di improntare la propria attività professionale al servizio della
società, all’etica del servizio ancorata ai principi fondamen-
tali immutabili che appartengono alla morale e che segnano
il confine tra il male e il bene. Un’attività professionale ben
definita nella connotazione deontologica (il dovere e l'inten-
zione sono posti prima del fine dell'azione) e in quella tele-
ologica (il fine dell'azione è posto in primo piano rispetto al
dovere e all'intenzione dell'agente). Le professioni sono vere
e proprie forze sociali. E le etiche delle professioni devono
considerare oggi, non solo il rapporto tra professionista e
cliente e il rapporto tra colleghi, ma anche, essendo emersa
visibilmente la cosiddetta "società dei servizi”, il rapporto tra
professione e società. Il ruolo delle professioni è diventato
più decisivo e più importante in un periodo nel quale l’attivi-
tà professionale non interessa più soltanto ambiti ristretti di
esperti, ma regge e fa sviluppare interventi di utilità generale
riguardanti, per esempio: la sanità, l’istruzione, la giustizia,
la difesa, la tutela dei diritti, e così via.
Oggi più che mai si deve parlare di etica come responsabilità,
perché, come dice Emmanuel Lévinas, non vi è alcun senso
etico al di fuori della responsabilità verso gli altri, soprattutto
i più deboli e i più vulnerabili. La presenza dell’altro è co-
mandamento di giustizia, assegnazione di responsabilità da
parte nostra.
I filosofi contemporanei hanno contribuito alla riflessione
morale sul concetto di responsabilità in questa nostra era
tecnologica. Considerando la minaccia incombente del pro-
gresso tecnologico nei confronti dell'uomo e della natura,
questa etica della responsabilità è una nuova guida dell'agire
umano nella riscoperta di quegli scopi e valori intrinseci alla
natura, che sono stati però messi a tacere dal trionfo della
ragione strumentale.
Fin dall’anno 1992-93, in cui ho avuto il privilegio di ricopri-
re la carica di Governatore del Distretto 2100, ho fatto richia-
mo a questa etica della responsabilità. Il Rotary, nella sua
articolata e ampia composizione ed espressione di compe-
tenze scientifiche e professionali, deve porsi come “soggetto
sociale” partecipe della responsabilità delle scelte e artefice
dell’impiego delle tecnologie per i bisogni dell’altro.
Chiudo tornando a Kant: «Due cose riempiono l’animo di
ammirazione e di riverenza sempre nuove e crescenti, quanto
più spesso e più a lungo il pensiero vi si ferma: il cielo stella-
to sopra di me e la legge morale dentro di me».
OPINIONI
58
ROTARY
giugno 2016
R
ICCARDO
G
IORGINO
ROTARIANO
OGNI
ANNO
OGNI
AGISCI ADESSO
L'
80
%
di morti materne
è evitabile
.
Formare nuovi professionisti permetterà alle madri
di avere assistenza e supporto.
Le loro famiglie potranno crescere inmodo sereno.
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