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FOCUS

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ROTARY

ottobre 2016

non hanno un’abitazione, quelli che stanno viaggiando e quelli

all’ospedale.

Presso il Lady Reading Hospital di Peshawar, il più grande ospedale

nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, squadre di vaccinatori sono

posizionate strategicamente attorno alle sedi mediche. Ogni squadra

immunizza circa 200 bambini al giorno. Ihsan, un operatore della

polio impiegato dall’OMS, dà le gocce ad Asalam, un bimbo di sei

mesi. Ho parlato con la madre e la nonna del bambino, che ha tolto

parzialmente il burqa per parlare con me. È molto emozionata, ha

detto, a vedere suo nipote immunizzato; la sua figlia più grande,

oggi 40enne, è rimasta paralizzata a causa della polio quando era

piccola. Lei è l’unica persona che ho incontrato durante il mio sog-

giorno in Pakistan con un familiare diretto che è sopravvissuto alla

malattia.

Il GPEI con i PTP opera anche lungo le strade rurali, inclusi i tragitti

che conducono ai confini con il Waziristan e con le Aree Tribali di

Amministrazione Federale. Vicino al villaggio di Khushal Garh, ab-

biamo visitato un PTP presso un posto di controllo militare. Io e No-

sherwan Khan abbiamo incontrato un team di cinque operatori della

polio che avevano appena vaccinato 303 bambini solo quel giorno.

Nell’attesa, in una temperatura che sfiorava i 44°C all’ombra, tutto

quello che riuscivo a pensare era la lealtà degli operatori, in piedi

sotto il sole cocente, alla causa dell’eradicazione della polio. Alcuni

dei bambini avevano ancora il mignolo viola, segno distintivo usato

dai vaccinatori del mondo, ma come ho potuto osservare, i vaccina-

tori hanno trovato una bambina, sui 4 anni, senza il mignolo viola e

così le hanno dato le gocce salvavita. I bambini di passaggio sono

esposti al rischio di essere dimenticati durante la campagna, così i

PTP diventano parte vitale del sistema.

Come sono partito per tornare a casa, mi sono sentito così piccolo

nei confronti delle persone in Pakistan che lavorano così duramente

per aiutare a debellare la polio. Sono ammirato dall’impegno di mas-

sima coordinazione necessaria per organizzare 225.000 persone. E

sono orgoglioso di appartenere al Rotary, è chiaro che il Rotary non

può più eradicare la polio da solo, dobbiamo costruire un ascensore

per arrivare alla luna, questo lavoro non funzionerà se il Rotary non

sarà in grado di tracciare la strada. Ho meditato su quanto mi aveva

detto Thieren dell’OMS. Aveva menzionato l’adagio che occorre a

condurre un elefante se si contempla la taglia dell’operazione. Biso-

gna dare all’elefante un “rebus”, qualcosa che può risolvere con le

sue proprie forze per poter andare avanti. In riferimento alla polio in

Pakistan, ha detto «Ora, c’è un rebus molto forte e potente: la fine.

Gli zero casi sono dietro l’angolo».