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15 incontri

BAN KI-MOON

Uno dei primi ricordi del Segretario delle Nazioni Unite Ban

Ki-moon è la fuga con la sua famiglia tra le montagne durante

la Guerra di Corea, il suo villaggio che brucia alle sue spalle.

Suo padre e suo nonno dovevano andare alla ricerca di cibo nei

boschi; sua madre mise al mondo i suoi fratelli in un contesto

ben lontano dalle condizioni sanitarie ottimali. «Ho conosciuto

la fame», ha dichiarato «ho conosciuto la guerra, e so cosa vuol

dire essere costretti a fuggire da un conflitto».

I soldati che arrivarono al loro rifugio portavano la bandiera

blu delle Nazioni Unite. L’ONU procurò loro del cibo e i libri

scolastici. E quest’esperienza seminò in Ban la fede nella forza

trasformativa della solidarietà globale, una fede messa in atto

nel corso della sua carriera.

Un incontro con il Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy

presso la Casa Bianca dopo aver vinto un concorso di saggistica

ispirò Ban a diventare un diplomatico. Entrò nel Ministero degli

Affari Esteri della Corea nel 1970, lavorando in veste di Am-

basciatore e di Ministro degli esteri e del commercio prima di

essere eletto Segretario Generale dell’ONU nel 2006.

Ban ha fatto dell’eradicazione della polio una priorità assoluta

durante il suo secondo mandato quinquennale. Nel 2012 ha

presieduto un summit sulla polio nel corso dell’annuale Assem-

blea Generale, assicurando impegni importanti nei confronti

dell’eradicazione da tutti i Paesi dove la polio era ancora ende-

mica, esattamente come i ministeri dei governi donatori, il Ro-

tary e la Bill & Melinda Gates Foundation. Ha incluso messaggi

sulla polio durante le sue riunioni, durante le visite nei Paesi po-

lio-endemici, e nelle dichiarazioni agli eventi multilaterali come

l’assemblea generale, l’Unione Africana, e il G8, partecipando

personalmente alla campagna per i vaccini contro la polio.

Nel 2016 Ban ha preso parte al Congresso Internazionale del

Rotary a Seul, donando 100.000 dollari alla campagna del Ro-

tary End Polio Now. «ll Rotary International è il vento a favore»,

ha dichiarato al “The Rotarian”. «Grazie al suo sostegno, siamo

ora a un passo dal liberare il mondo dalla polio. Sarò eterna-

mente grato ai suoi leader e ai suoi innumerevoli volontari, sem-

pre in prima linea. Loro sono veramente dei validi filantropi».

Ban si è dimesso dalla sua posizione alle Nazioni Unite dopo

dieci anni passati a vedere indebolirsi la povertà e a raggiungere

grandi obiettivi nella sanità pubblica. Ma è stato un periodo

difficile per le Nazioni Unite, a causa dell’aumento di violenti

estremismi e di una popolazione di rifugiati senza precedenti. Il

suo successore, Antonio Guterres, ex Primo Ministro del Porto-

gallo, inizierà il primo gennaio.

Diana Schoberg di “The Rotarian” ha intervistato Ban Ki-moon

sulla polio, sulla sua eredità e su come il Rotary e le Nazioni

Unite possono lavorare insieme. «Credo che il mondo si stia

muovendo nella giusta direzione», ha detto. «In generale sono

molto ottimista».

Un primo mattone della sua eredità sarà l’Accordo di Parigi sui

cambiamenti climatici. Come è riuscito a radunare tanta gente

per parlare di questo argomento?

È stata una scalata lunga e difficile, ma alla fine siamo arrivati

in cima. Sono andato contro tutti i miei consiglieri quando ho

sollevato la questione dei cambiamenti climatici durante la mia

prima visita alla Casa Bianca dall’allora Presidente degli Stati

Uniti George W. Bush, nel 2007. Era un po’ sorpreso – ma de-

cise di collaborare. All’incontro di Bali dove adottammo il primo

piano d’azione per l’Accordo di Parigi, gli Stati Uniti diedero il

loro appoggio all’ultimo minuto. Il Presidente Bush mi confidò,

durante un pranzo privato di congedo nel 2009, che la leader

della delegazione degli Stati Uniti gli telefonò da Bali per un

consiglio e lui le disse di fare ciò che chiedevo.

Il risultato della conferenza sui cambiamenti climatici di Cope-

naghen nel 2009, invece, non fu ciò che ci aspettavamo, ma si

trattava dell’inizio di un lungo percorso che ci avrebbe condotto

all’Accordo di Parigi. La mia visione per procedere riguardo al

Patto si basava su una sola parola: inclusione. La questione

del clima è troppo importante e troppo grande perché se ne

occupino soltanto i governi. Decidemmo di aprire le porte delle

Nazioni Unite alla società civile e al settore degli affari. Anche

IL DIPLOMATICO AMICHEVOLE

Ban Ki-moon, dieci anni di segretariato ONU

L'ex Segretario Generale si racconta, attraverso la promozione di diritti umani, politiche climatiche ed eradicazione della polio.