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possono l’ONU e i suoi partner porre l’attenzione su così tanti

obiettivi?

Molte critiche sostengono che abbiamo troppi obiettivi e che

rischiano di non essere mantenuti.

Questi nuovi obiettivi sono in realtà il parametro per giudicare

quello che avverrà da qui fino al 2030. Gli obiettivi forniscono

delle linee guida per le misure nelle zone chiave, dove i Paesi

devono investire al fine di andare avanti. Inoltre, gli obiettivi,

inclusi i loro punti, non sono stati imposti dai burocrati delle

Nazioni Unite come alcune agende. I 17 OSS sono il risultato di

lunghe e dettagliate consultazioni con gli stati membri e con la

più ampia società civile, attraverso portali online e incontri loca-

li. Gli obiettivi sono il vero riflesso di quello che il mondo chiede.

Stiamo assistendo alla respinta del globalismo. Le nazioni

stanno diventando meno stabili, e il tribalismo o il settarismo

religioso hanno molti riscontri. Cosa può fare l’ONU per contra-

stare questo trend?

È un periodo di numerose sfide – dalla crisi finanziaria all’insur-

rezione del Medioriente, dall’aumento di azioni terroristiche alla

rinnovata rivalità geopolitica tra Asia ed Europa.

In tempi di incertezza, si vede un aumento dei politici in preda

alla paura della gente, specialmente per quando riguarda il nu-

mero crescente di rifugiati e di migranti. Dobbiamo respingere

la pericolosa matematica politica che dice di aggiungere voti

dividendo le persone, e abbiamo bisogno di opporci contro il

bigottismo e la xenofobia in tutte le sue forme. Le Nazioni Unite

hanno appena lanciato una campagna contro questo veleno: è

stata progettata per le comunità adottive di inclusione e mutuo

rispetto – e noi la chiamiamo semplicemente “Insieme”.

Questo periodo di incertezza ha anche visto la diffusione del

terrorismo. Mentre è certamente cruciale contrastare questi

estremismi, dobbiamo anche lavorare duramente per prevenirli.

Ho recentemente collaborato al

Plan of Action to Prevent Violent

Extremism

dell’ONU, dove si dà molta importanza ai diritti uma-

ni. L’esperienza con le misure antiterroristiche ha sottolineato la

necessità di evitare di alimentare i fuochi che stiamo cercando

di estinguere. A questo fine, le organizzazioni della società

civile, come il Rotary, hanno un ruolo importante da svolgere

promuovendo l’inclusione e il dialogo tra le comunità.

Quale consiglio può offrire ai leader del Rotary che lavorano in

un’organizzazione diversa, multiculturale e globale?

Non sono sicuro di poter dare dei consigli ai leader del Rotary.

La vostra organizzazione è più vecchia delle Nazioni Unite e,

probabilmente, avete una rappresentanza più forte della nostra.

Quando ho avuto il privilegio di incontrare i vostri membri in Co-

rea, all’ingresso ho contato molte più bandiere rispetto a quelle

che abbiamo alle Nazioni Unite!

Ogni giorno che ho lavorato alle Nazioni Unite ho unito i miei

sforzi con quelli delle persone in tutte le parti del mondo, e que-

sto mi ha mostrato il valore di avere una gran diversità di punti

di vista per poter affrontare i problemi mondiali. Ho scoperto di

aver appreso molto ascoltando le persone di culture diverse dal-

la mia, le quali hanno un approccio ai problemi e alle soluzioni

differente. La diversità intellettuale, nelle Nazioni Unite e in tut-

te le altre organizzazioni, consiste nell’essere amato e accudito.

Noi tutto otteniamo di più ascoltando gli altri. Nessuna cultura

ha la chiave per qualsiasi soluzione.

Come si può sfruttare al meglio la partnership tra il Rotary e le

Nazioni Unite?

Il Rotary e le altre organizzazioni della società civile rappresen-

tano il meglio che il mondo può offrire. Voi capite il bisogno di

partecipare positivamente nella vita delle vostre comunità e del

mondo intero. Ora abbiamo un’agenda globale per costruire un

mondo migliore, più equo e più sostenibile. Vorrei incoraggiare

il Rotary International a sposare gli Obiettivi di Sviluppo Soste-

nibile e a trovare al loro interno delle aree dove noi potremo, in

qualità di partner, replicare il successo della campagna contro

la polio.

«A volte nel mondo

della diplomazia,

i successi “segreti”

sono destinati

a rimanere tali»

17 incontri

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