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divertivano a fare fotografie, anche se l’influenza più grande

la devo al periodo trascorso in Svezia per uno scambio cultu-

rale. Il ragazzo nella famiglia che mi accolse era un fotografo

amatoriale, così comprai una macchina fotografica Instamatic

e nel fine settimana iniziammo a fare passeggiate, osservando

le cose e scattando foto - di solito alle persone.

Scoprii di avere una vena artistica, e decisi che sarei diventato

un regista cinematografico. Ma è un mondo molto competitivo,

e se hai qualche chance devi trasferirti a New York o a Los Ange-

les. Sfortunatamente io non sapevo come ottenere un ingaggio

per un film. Così trovai lavoro come fotografo per un giornale.

Cosa ha imparato in veste di fotografo per un giornale?

Non molto! (ride) Ho appreso le basi per lavorare con una

macchina fotografica: come inserirmi in una situazione, lavo-

rare con le persone, e fare una fotografia in un tempo limitato.

Ma quello che stavo fotografando non mi aiutò a comprendere

cosa è importante o come fotografare la vita. Se avessi avuto

un mentore che mi avrebbe detto “esci e trova quello che ti

interessa nel mondo”, sarebbe stato più utile.

Feci domanda per giornali più importanti, ma non accadde

nulla. Poi pensai: “adoro viaggiare ed esplorare. Forse i viaggi

e la fotografia possono funzionare insieme”. Per questo nel

1978, all’età di 28 anni, lasciai il mio lavoro e decisi di fare

ciò che volevo.

Come ha iniziato?

Con dei risparmi che ero riuscito a mettere da parte comprai

due rullini e un biglietto di sola andata per l’India. Trascorsi

circa sei mesi a Goa, in un contesto molto esotico. Ma non

fu facile fare buone foto. Dovevo migliorare le mie abilità,

allenare il mio occhio e imparare a capire la luce. È stato un

esperimento fallito: mi dedicai a guardare i libri e a studiare

le opere degli altri. Volevo pensare a qualcosa di incredibile.

Quando ripresi il rullino mi accorsi che ciò che vi era impresso

non era quello che pensavo di aver fotografato. Ma imparai

molto lavorandoci.

Ha viaggiato in India, vendendo le sue fotografie a piccole ri-

viste per mantenersi. Ma quando arrivò in Pakistan nel 1979,

sul confine con l’Afghanistan, la sua vita subì una svolta. Vide

migliaia di rifugiati scappare dal colpo di stato sovietico verso

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ROTARY

giugno 2017

In questa pagina: dalla fine dagli anni Settanta, McCurry è andato spesso in zone di guerra.

Le sue immagini mostrano soldati, civili e il peso del conflitto. In questa pagina: Beirut, Libano, 1982.

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