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ROTARY
giugno 2017
speso e la qualità della foto. Le persone mi chiedono sempre:
“come trovi i soggetti per fare quello che fai?”. Non lo so. Pen-
so semplicemente che entri in gioco l’empatia, o il modo in cui
si guarda qualcosa o qualcuno di speciale. È una combinazio-
ne tra artigianato, psicologia e percezione del comportamento
umano. Gran parte del mio lavoro si svolge nei momenti che
passo per le strade dove so di poter incontrare la gente.
Come ha vissuto l’11 settembre, diversamente dagli orrori visti
in altri Paesi?
Ero a casa, proprio a nord del
Washington Square Park
al
Greenwich Village
. Ero tornato la sera prima dal Tibet. Stavo
leggendo le mail quando venni a sapere che le Torri Gemelle
erano in fiamme. Guardai fuori dalla finestra, afferrai la mac-
china fotografica e mi arrampicai sul tetto dell’edificio. Prima
fotografai il collasso della Torre Sud e successivamente quello
della Nord. Ero talmente scioccato e incredulo, che pensai:
“non può essere vero. Sto sognando”. Per capire meglio dovetti
scendere giù e fare foto più da vicino.
Come trovò il coraggio per andare laggiù?
Pensai al pericolo. Ma come avrei potuto convivere con me
stesso se mi fossi tirato indietro? Bisogna rischiare nella vita.
Presi la borsa della macchina fotografica che non avevo ancora
sistemato dal Tibet. Mia sorella venne con me e passammo
l’intera giornata cercando di catturare l’accaduto. Fu davvero
difficile. La polizia e i vigili del fuoco cercarono di allontanarci,
ma restammo fino alle otto di sera, quando scese il buio. Mi
sentivo così disorientato. Quelle torri erano state parte della
città per così tanto tempo. E poi se ne erano andate.
McCurry viaggia con i sensi sempre attenti a tutto ciò che lo circonda e che potrebbe diventare un’immagine interessante. Questo a volte comporta una foto nella quale i
soggetti appaiono di spalle, dando umanità alle storie. Partendo da destra in senso orario: Kabul, Afghanistan, 1992; Antica Delhi, India, 1983; Kabul, Afghanistan, 1992.
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