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IL SOCIAL BUSINESS
Si produce un particolare tipo di yogurt,
a basso costo e molto conveniente per il
consumatore finale, per le famiglie. Se
un bambino lo mangia, gradualmente di-
venta un bambino sano. L’iniziativa è al
quarto anno, e sta andando molto bene.
Il suo impatto relativamente ai problemi
nutrizionali è evidente, e l’attività si avvi-
cina al pareggio di bilancio.
Lei è sostenitore instancabile dell’ini-
ziativa personale in tutte le culture.
Che cosa la motiva?
Gli economisti ritengono che gli impren-
ditori in grado di assumersi dei rischi e
di aprire la strada siano in numero limi-
tato, che si tratti di poche, rare persone
al mondo con qualità eccezionali, in gra-
do di essere davvero imprenditori; e al
contempo credono, quindi, che il resto
degli esseri umani debba accontentar-
si di lavorare sotto di loro. E questo è
inaccettabile. Insisto che tutti gli esseri
umani possono essere imprenditori. Sen-
za eccezioni. Nessuno manca di capacità
imprenditoriale. Sono le istituzioni che
hanno stabilito politiche tali da non dare
a tutti l’opportunità di scoprire le proprie
capacità imprenditoriali.
Politiche che sono state inserite nel no-
stro sistema educativo e formativo se-
condo lo schema per cui per un buon la-
voro si può trovare solo al termine di una
buona scuola e per essere ben pagati è
necessario lavorare sodo. Come se il la-
voro fosse il fine ultimo della vita di ogni
essere umano. Io dico che è sbagliato.
Su cosa si concentrerà il suo intervento
alla Convention di quest’anno, a Ban-
gkok?
Parlerò del sistema di istruzione. A tutti
i giovani dovrebbe essere insegnato che
possono fare delle scelte. Che possono
essere un cercatore di lavoro o un datore
di lavoro. E che man mano che crescono
possono decidere quale vogliono essere.
Le istituzioni devono essere impostate
in modo da garantire loro un sostegno,
qualunque scelta decidano di compiere,
in modo che possano proseguire il loro
obiettivo nella vita. Allo stato dei fatti,
da nessuna parte si è proceduto in que-
sto senso: non esiste la possibilità di
fare una scelta di questo tipo, un sistema
educativo così articolato non è mai stato
messo in pratica.
Molti laureati dei migliori college ame-
ricani come delle università più bla-
sonate di tutto il mondo, oggi fanno
fatica a trovare lavoro. Può dare loro
qualche consiglio?
Perché ostinarsi nell’essere un cercato-
re di lavoro, quando si può provare a
offrirne? Perché non provare a creare
un social business per fornire oppor-
tunità. Se ci si impegna in una propria
attività, il lavoro è presto trovato. Qua-
lunque sia lo stipendio che ci si aspetta
di percepire all’inizio dell’attività nel
mercato aperto, si può ottenere l’equi-
valente dalla propria impresa, senza
rinunciare a nulla. L’unica dichiarazio-
ne che si deve compiere è di non trarre
utili ulteriori dall’impresa.
Lei ha consigliato Lisa Simpson, la fi-
glia maggiore del cartone animato The
Simpsons, in programmazione da tan-
ti anni, di investire 50 dollari in un
investimento socialmente responsabi-
le. Come è diventato autore?
Ho suggerito a Lisa di dare il denaro per
avviare una operazione di microcredito.
Yeardley Smith, la voce di Lisa Simpson,
è una cara amica, informata sulla mia
attività. Tutto è iniziato con un nostro in-
vito ad un forum sul social business che
si è tenuto a Vienna. Credo che ci sarà
un altro episodio dei Simpson sul social
business, in cui Lisa potrebbe avviare
una semplice attività di problem-solving.
Molte persone benestanti donano in-
genti somme di denaro per alleviare la
povertà. Lei cerca di dare nuova forma
alla filantropia più tradizionale?
Non sono contro la filantropia. Ritengo
sia fondamentale e debba continuare
anche così. Ma credo che sia possibile
orientare molte azioni filantropiche ver-
so un social business, producendo risul-
tati migliori della semplice, per quan-
to sostanziosa, elargizione di denaro.
Non è scienza missilistica. È possibile
utilizzare il denaro disponibile in queste
forme per avviare un’attività e posti di
lavoro per disoccupati. Per esempio per
aprire un banco di frutta e poi un punto
di ristoro. Finchè l’attività non produrrà
profitto, le persone impegnate nel suo
avviamento saranno in numero costan-
te; ma quando ci saranno utili, invece di
dividendi si investiranno le risorse in un
nuovo stipendio, per far crescere il lavo-
ro.
Come si deve intervenire sulla povertà
occidentale?
Dando alla gente la possibilità di parteci-
pare al business sociale, anche nell’am-
bito si società evolute e a ricchezza dif-
fusa, ma gravate da spese notevoli per
il welfare, si compie qualcosa di straor-
dinario: si liberano i governi da un no-
tevole onere economico, e si restituisce
alle singole persone il piacere e la sen-
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