ROTARY |
aprile 2012
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sempre ad aggiungere Yunus, quando ne
parla, soprattutto se ai giovani, che un
social business dovrebbe pagare stipen-
di competitivi. Smith e Yunus sono legati
da un’altra passione: la ricerca esausti-
va. Smith formulò alcune delle sue teo-
rie dopo aver esaminato le operazioni di
una fabbrica di spilli. E nel 1970, Yunus,
professore all’Università di Chittagong,
in Bangladesh, si avventurò fuori dal
campus per confrontarsi con i poveri
residenti locali, produttori di mobili in
bambù. La sua conclusione fu allora che
quegli artigiani, condizionati da strozzi-
ni che applicavano crediti usurari per la
fornitura dei materiali e compravano i
prodotti finiti a poco prezzo, avrebbero
potuto beneficiare di piccoli prestiti per
liberarsi del ciclo di debito. In un primo
momento, Yunus prestò denaro di tasca
propria, affinché i produttori potessero
liberarsi degli usurai. Ma la necessità
crescente di fondi lo ispirò nella creazio-
ne di un programma molto più ambizioso
di quello che lui stesso iniziò a definire
con il termine micro credito. Non esiste-
va alcun modello da seguire e dopo un
notevole sforzo, riuscì a convincere una
banca che fornendo crediti per importi
ridicoli avrebbe concretamente offerto
un’ancora di salvezza a molti piccoli arti-
giani per uscire dalla povertà. Soluzione
per il recupero del credito: la formazione
di gruppi di destinatari delle erogazioni
con una definita funzione di garanzia re-
ciproca da parte degli stessi singoli be-
neficiari. Yunus, noto come il “banchiere
dei poveri”, ha fondato la Grameen Bank
(“
Grameen” significa rurale o villaggio)
per gestire questo programma di micro-
credito. E grazie a questa e ad altre ini-
ziative, comprese soluzioni per aiutare i
mutuatari con le cure mediche, collega-
re piccoli villaggi alla rete telefonica na-
zionale, e fornire acqua pulita, nel 1999
ha ricevuto il premio del Rotary per la
Comprensione Internazionale e la Pace,
e successivamente il Premio Nobel 2006
per la pace, assegnato congiuntamente a
lui e alla Grameen Bank. La Banca ha re-
plicato il programma di microcredito in
vari paesi, compresi gli Stati Uniti, dove
la Grameen America è stata inaugurata
nel gennaio 2008. Sei filiali in tre città,
oltre a una rete in via di sviluppo, stan-
no facendo prestiti di poche centinaia di
dollari ciascuno. “Non c’è bisogno di an-
dare lontano per trovare la povertà” af-
ferma Yunus. Alla Convention 2012 RI di
Bangkok, Yunus terrà una intervento di
saluto e parteciperà alla sessione dei la-
vori del Gruppo Rotariano di Azione per
il Microcredito. Entrambi gli eventi sono
in programma per il 7 maggio. Recente-
mente ha rilasciato le dichiarazioni che
seguono in una intervista per la stampa
rotariana.
Nel corso degli ultimi anni, il mondo
ha nuovamente conosciuto una fase
di recessione, oltre alla volatilità del
mercato azionario, e all’insolvenza
bancaria. Come si sta ripercuotendo
la situazione sulle imprese legate alla
Grameen?
Siamo in una fase di depressione. Ma fino
a questo momento il gruppo di aziende
del circuito Grameen non è stato espo-
sto ai problemi della crisi. Il nostro pro-
dotto è pensato per incontrare soprattut-
to le necessità locali e soddisfare così la
domanda del mercato. Certamente gli ef-
fetti si sentiranno anche per noi quando
crescerà anche in Bangladesh la disoc-
cupazione, se chiuderanno le aziende in
conseguenza del calo di esportazioni per
Europa e Stati Uniti. E questo rappresen-
ta la vera minaccia per il Bangladesh.
Il suo concetto di microcredito, prestiti
di minime quantità di denaro a singo-
li individui, è del 1976. Molti uomini
d’affari hanno espresso le proprie per-
plessità sulla sua efficacia.
La prima applicazione del microcredito
è avvenuta in un villaggio in Bangladesh.
Mentre io insegnavo economia, il paese
stava attraversando un duro periodo di
carestia. E io ero frustrato, perché le teo-
rie economiche che enunciavo in classe
non producevano alcun riscontro posi-
tivo nella vita dei poveri, appena fuori
dalle nostre porte. Così ho pensato di
impegnarmi in qualche modo per aiutare
le persone nel villaggio vicino al campus
universitario. Ho notato che era abitudi-
ne locale quella dei prestiti a condizioni
I MODELLI CAPITALISTICI
DI BUSINESS
CHE PRATICHIAMO OGGI
SI BASANO
SULL’
EGOISMO
.
L’
ALTRUISMO
È STATO DIMENTICATO
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