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FONDAZIONE ROTARY/MATCHING GRANT
impulso durante il precedente anno ro-
tariano per iniziativa del Pdg Concetto
Lombardo: “L’obiettivo di ogni rotaria-
no è di essere un volàno per creare un
ponte di pace e solidarietà e grazie al
nostro impegno il ministero della Sani-
tà del Marocco si è interessato al tratta-
mento della talassemia firmando anche
una convenzione con il Rotary”. All’in-
terno di ciascun club è stato individua-
to almeno un socio che, dotato di com-
petenze specifiche, ha potuto curare gli
aspetti sanitari dell’operazione.
DISTRETTO 2060
Per la prevenzione del carcinoma al collo
dell’utero in Mauritania, Rosso
Inaugurazione del Centro Screening
di Vincenzo Canzonieri e Valentino Bertoli
Sembrava non si arrivasse mai alla
fine. Dopo l’entusiasmo del ritorno
dal viaggio di Marzo 2011, c’eravamo
un po’ arenati perché in loco avevano
difficoltà a realizzare una piattaforma
so - praelevata di circa un metro, sulla
quale dovevamo istallare gli ambulatori
e il laboratorio con la relativa tettoia.
Ci avevano detto che la piattaforma
era necessaria perché si andava in-
contro nella zona alle esondazioni del
fiume che scorreva poco vicino. Poi,
finalmente, la notizia del materiale ar-
rivato a destinazione, dopo 20 giorni di
navigazione (era partito da Livorno in
2 containers), della piattaforma pronta,
dell’organizzazione del viaggio da Bo-
logna a Nouakchott per il montaggio e
l’inaugurazione.
Partiamo ed arriviamo: ovviamente c’è
la rituale perdita dei bagagli durante il
viaggio (lo scalo a Casablanca è sempre
a rischio). Ma si supera tutto.
Poi il pernottamento a Nouakchott, la
partenza per Rosso, la strada solita,
con le solite difficoltà e le solite bu-
che e il panorama desertico con dune
di colore giallo intenso e ocra, dove si
susseguono poveri villaggi in mezzo al
niente. Ma la sosta prima di Rosso è una
sorpresa: il nuovo ospedale… una cosa
impressionante: in 15 mesi hanno quasi
ultimato un nuovo ospedale, grande
quanto quello di Spilimbergo, e sono
alle fasi di rifinitura!
In uno spiazzo all’interno dell’ospe-
dale visitiamo la nostra struttura, già
in parte montata, comprendente gli am-
bulatori di ginecologia e il laboratorio
di citologia; un lavoro iniziato e quasi
completato da Valentino e da Carmine
(dirigente della società che ci ho for-
nito i prefabbricati e le attrezzature)
che sono arrivati sul posto 3 giorni
prima. Valentino aveva già provveduto
a far montare anche lo scheletro della
struttura di base per la tettoia.
L’incontro con Carmine è stato simpa-
tico perché abbiamo trovato una per-
sona aperta e disponibile, costruttiva
e propositiva. La mattina successiva,
facciamo conoscenza con quelli che
chiameremo poi i “nostri amici”: una
serie di manovali dell’Uff. Tecnico del
comune di Rosso, che ci hanno fatto
scontrare con la lentezza delle opera-
zioni, ed ai quali era necessario dare
le disposizioni una ad una, seguirli uno
ad uno e non allontanarsi da un gruppo
per seguirne un altro, perché quello la-
sciato ti seguiva e veniva a vedere cosa
stavano facendo gli altri.
Però sanno fare dell’ottimo thè alla
menta, caldo, profumato, che ti offrono
diverse volte nel corso della giornata, e
poi si fermano per pregare alle ore sta-
bilite e guardano quello che fai e come
lo fai. Si iniziava alle 6.30 per finire alle
11 perché il caldo diventava insoppor-
tabile, anche per i locali. Si riprendeva
poi alle 17 e si andava avanti fino alle
20-21.
Sergio avrebbe scritto poi: era bello
vedere Vincenzo, Valentino, Diop (ana-
tomopatologo mauritano) e Carmine
andare avanti con i montaggi: mani
non abituate a vedere bulloni e mobili
componibili darsi da fare per gli assem-
blaggi sotto un caldo cocente.
Per fare i fori nel calcestruzzo per fis-
sare i montanti, è stato fatto arrivare
dalla capitale (300 KM) un trapano
a percussione perché in un paese di
40000 abitanti non ne esisteva uno!
Nel lavoro dei giorni successivi è stato
importante seguire ed indirizzare i ma-
novali locali ad uno ad uno, operazione
singola per operazione singola. Spie-
gare come si fissano i pannelli, metterli
in squadra, spiegare e seguirli nel fis-
saggio e centratura dei bulloni.
Per fortuna un giovane è più intrapren-
dente degli altri e, forse perché è un po’
capo-cantiere, riesce a guidare parte
delle operazioni in quota!
Quando è quasi tutto finito si riesce per-
sino a fare un collegamento via Skype
con l’Italia (Francesco Sopracorde-
vole) per montare e provare in diretta
un bisturi elettrico... Poi verso la fine
iniziano le pulizie, le rifiniture, il mon-
taggio dei cartelli: domani arriva il Mi-
nistro della sanità e tutte le autorità per
l’inaugurazione!
Viene buio e poco dopo siamo a casa del
sindaco per la cena con tutti i notabili
della città. Ma la squadra del sindaco
lavora anche di notte! Vanno avanti con
i preparativi che a mezzanotte inoltrata
il sindaco stesso va a verificare con il
suo capo-tecnico.
La mattina dopo, alle sei e mezzo circa
troviamo le cose quasi completate.
Tutta la sabbia coperta da tappeti per
una cerimonia alla grande. La nostra
struttura imbandierata con i colori
della Mauritania e poi con stemmi del
Rotary e la bandiera italiana.
Ci fermiamo per qualche foto di in-
sieme e per le piccole rifiniture. Poi
l’arrivo del ministro alle 8, la colazione
comunitaria (senza molte differenze
di rango) e nel frattempo le danze, le
prove degli altoparlanti, la presa di po-
sto sotto i gazebo ed i tendoni preparati
per l’occasione.
Le autorità sono molte: non solo le lo-
cali, con rappresentanti dell’ospedale,
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