Viene spontaneo pensare al Rotary come a un’organizzazione
        
        
          mondiale perché, di fatto, lo è. Tuttavia, essa è anche un’or-
        
        
          ganizzazione locale, quindi né globale né locale ma entrambe
        
        
          le cose: glocale. Se il termine “glocal“ compare per la prima
        
        
          volta negli anni ottanta in Giappone, è però solo più tardi,
        
        
          grazie al sociologo di origini polacche Zygmunt Bauman, che
        
        
          trova fortuna. Agire in modo glocale vuol dire applicare una
        
        
          regola generale ad un contesto particolare, in altre parole è
        
        
          una mediazione (in realtà anche la globalizzazione andrebbe
        
        
          intesa in questo senso; non può esistere, infatti, in un mondo
        
        
          democratico l’adesione ad un modello estraneo, sovranazio-
        
        
          nale, senza libertà di scelta e mediazione).
        
        
          Il Rotary vive la dualità dell’essere globale e locale in maniera
        
        
          pacifica mentre la società contemporanea, ad esempio, fatica
        
        
          a trovare un equilibrio. La strategia è semplice ma non scon-
        
        
          tata: perseguire un obiettivo comune liberamente condiviso
        
        
          dai membri/soci di diverse comunità/club del mondo. Tutto
        
        
          questo ci riporta al concetto di “ideale” nel senso di “valore”.
        
        
          Ci sono realtà, come quella del Rotary, che hanno al centro
        
        
          del pensiero e dell’azione le esigenze dell’individuo e quindi,
        
        
          in senso collettivo, dell’umanità. Il presidente internazionale
        
        
          Gary C.K. Huang, in visita a Roma il mese scorso ospite del
        
        
          Distretto 2080, ha evidenziato: “Ci possono essere modi di-
        
        
          versi di fare Rotary, ad esempio tra Paesi occidentali e orien-
        
        
          tali, ma tutti i rotariani condividono uno scopo e un metodo,
        
        
          quello di servire al di sopra di ogni interesse personale.
        
        
          Andando avanti nella mia personale ricerca dei punti di forza
        
        
          di questa organizzazione, ho trovato la capacità di curare le
        
        
          relazioni interpersonali fuori e dentro i club, in altre parole
        
        
          la capacità di creare un contatto, occasioni di incontro e di
        
        
          scambio. A tal proposito, Huang è stato raggiunto a Roma dai
        
        
          governatori di tutti i distretti italiani, che hanno avuto modo
        
        
          di evidenziare i risultati del recente Forum sull’immigrazione
        
        
          tenutosi a Marsala.
        
        
          Quando poi, presso l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in
        
        
          Italia, ho chiesto a Huang se dal suo punto di vista il Rotary
        
        
          avesse mai fallito in qualcosa, ho involontariamente scovato
        
        
          un altro punto di forza. “Non posso dire che il Rotary non
        
        
          abbia mai fallito in niente, non sarebbe possibile ma il nostro
        
        
          successo deriva dalla nostra ostinazione -ha risposto Huang-.
        
        
          GARY HUANG IN VISITA A ROMA
        
        
          il futuro del Rotary: global o glocal?
        
        
          Ieri, oggi, domani: gli stessi ideali oltre le diversità.
        
        
          
            I VIAGGI DEL PRESIDENTE
          
        
        
          14
        
        
          ROTARY
        
        
          dicembre 2014