Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 19

BOARD DIRECTOR
19 interviste
oggi riferirsi al più vasto ambito raggiungibile. Nella sua più
significativa espressione quest’ambito si identifica in Polio
Plus - End Polio Now, operazione a dimensione planetaria
che non ha riscontro nella storia sanitaria dell’umanità e
della quale il Rotary è stato l’ispiratore ed è tuttora convinto
assertore. È necessario e doveroso che questa nostra opera
sia portata alla conoscenza del pubblico. Tuttavia, si impone
cautela nella trasmissione del messaggio. L’Organizzazione
Mondiale della Salute ha confermato recentemente che la
fine della trasmissione del virus è possibile entro il 2018, ma
nello stesso tempo ha diramato un allarme per l’incombente
rischio di infezioni di ritorno in Paesi già dichiarati polio-free.
Ricordo sempre l’esortazione di un grande Presidente, Bhi-
chai Rattakul, figura tuttora di riferimento nel panorama
rotariano internazionale. “Il Rotary, miei cari amici, non ha
bisogno di essere idealizzato, né di essere enfatizzato al di
là di quello che è stato per circa un secolo”. Lo stesso vale,
a mio avviso, per il “Servizio”. Il Rotary non è una comu-
nità monastica ispirata alla trascendenza. Tutti noi siamo
partecipi al mutare della società alla quale apparteniamo.
Siamo uomini e donne d’azione o di pensiero, ma comunque
sensibili alle istanze umane e sociali del nostro tempo. Così
come il Rotary, il Servizio rotariano non va rapportato a una
dimensione che non gli è propria e che da ideale può divenire
astratta e di fatto avulsa dalla realtà. Il compito al quale sia-
mo chiamati è semplice, ma concreto. Esso può esplicarsi in
modi diversi e in diversi settori, a titolo singolo o collettivo.
Le attività umanitarie realizzate localmente o altrove hanno
un loro precipuo significato e vanno mantenute, specie se
tali attività sono realizzate in proprio. Tuttavia, il ripristino
da parte nostra dell’azione rotariana dedicata al “civic work”,
accanto alle “charities”, può essere determinante ai fini della
nostra credibilità, prima ancora che della nostra visibilità nel
contesto nel quale viviamo.
I club sono stimolati ad adottare politiche comuni in
termini di attenzione all’immagine pubblica e di crescita
dell’effettivo. Spesso ciò avviene con criticità, quando i
singoli rotariani e i club assumono posizioni non allineate.
L’autonomia dei club è un assioma nel Rotary, ma autonomia
non significa licenza e non esclude affatto un coordinamento,
in primo luogo a livello distrettuale. L’opera degli Assistenti
del Governatore è essenziale a questo proposito. È necessario
stimolare i club a concentrare il più possibile le loro iniziative
su progetti comuni, purché a chiara connotazione rotariana,
limitando interventi singoli i quali, per la loro stessa dimen-
sione, hanno impatto limitato.
Su altro versante tu fai riferimento all’immagine pubblica e
alla crescita dell’effettivo. Non ho difficoltà ad ammettere che
recenti campagne promozionali, pur diligentemente attuate
sulla scorta delle indicazioni provenienti dal Rotary Internatio-
nal, non hanno sortito l’effetto sperato. Messaggi sofisticati,
espressi in forme tecnicamente pregevoli, sono risultati di non
immediata comprensione da parte di un pubblico non rotaria-
no. Altri, miranti a rappresentare il Rotary quale associazione
di persone della “porta accanto”, dal viso limpido e con la
consapevolezza di una serena operatività, hanno avuto effetto
ambivalente. Le indicazioni trasmesse dal centro alla periferia
rotariana hanno necessariamente significato generale, tale da
servire da spunto per iniziative destinate a specifiche ambien-
tazioni. È necessaria una flessibilità nella loro attuazione al
fine di renderle efficaci nelle realtà locali.
Il decremento dell’effettivo, manifestatosi in Italia da alcuni
anni dopo un lungo periodo di progressivo incremento, rap-
presenta un punto critico che va affrontato con realismo. Le
cause del declino sono molteplici e solo in parte dipendenti
dalla crisi economica contemporanea. Esiste, comunque, un
dato di fondo: l’età media dei rotariani in Italia è elevata. È
necessario un ringiovanimento che potrà avvalersi, oltre che
della cooptazione di giovani nei club esistenti e della costitu-
zione di nuovi club dotati di procedure snelle e di regolamenti
elastici, anche della recente innovazione rappresentata dai
club satelliti. Non si tratta di mirare a un aumento indiscri-
minato di soci a scapito dell’oculata valutazione delle singole
candidature. Del resto, sin dalla fase preparatoria del vigente
Regional Membership Plan, gli attuali Governatori italiani
hanno formulato in proposito proposte equilibrate, che sono
state recepite. Nei primi mesi del corrente anno rotariano si
sta delineando un’inversione di tendenza rispetto al decre-
mento dell’effettivo verificatosi negli anni scorsi. Mi auguro
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