BOARD DIRECTOR
          
        
        
          21  interviste
        
        
          cilmente valutabile nel breve arco di mesi. Nei limiti tempo-
        
        
          rali del mio mandato mi adopererò al fin che si consolidi la
        
        
          consapevolezza della perdurante valenza dei valori originari,
        
        
          con l’auspicio che il Rotary del futuro, necessariamente
        
        
          composito e variegato rispetto a quello dei primordi, possa
        
        
          custodire l’originaria impronta culturale occidentale e riesca
        
        
          a ricondurre l’apporto delle culture e delle tradizioni dei
        
        
          popoli all’unificante principio di una comune appartenenza.
        
        
          
            Il legame con il territorio è fondamentale per il Rotary.
          
        
        
          
            Qual è la strategia che auspichi sia condivisa dai distretti
          
        
        
          
            italiani, per rafforzare questo legame?
          
        
        
          Se il rapporto con il territorio è requisito essenziale per l’af-
        
        
          fermazione del sodalizio e se il Rotary italiano intende essere
        
        
          significativa espressione della società è necessaria un’opera
        
        
          di identificazione e di rappresentatività della realtà naziona-
        
        
          le. A questo fine l’attuale configurazione di ADIRI è del tutto
        
        
          inadeguata. Manca in Italia quel coordinamento che è eserci-
        
        
          tato in Francia dal CODIFAM, in Germania dal Deutscher Go-
        
        
          vernorrat, in Svizzera dal Governorrat Schweiz/Liechtenstein,
        
        
          in Austria dall’Osterreichischer Governorrat. Nulla è sottratto
        
        
          ai singoli governatori, detentori pro-tempore del potere de-
        
        
          cisionale. Al contrario, la presenza a livello continentale di
        
        
          chi fosse da loro designato a rappresentare il Rotary italiano,
        
        
          anche per un solo anno, ne farebbe interlocutori atti a contri-
        
        
          buire efficacemente alla definizione della visione europea del
        
        
          Rotary, alla quale essi non sono oggi partecipi nella misura
        
        
          che la storia, l’apporto di idee e la stessa consistenza nume-
        
        
          rica del sodalizio in Italia consentirebbe. Inoltre, l’accorta
        
        
          programmazione triennale, concordata con i loro successori,
        
        
          faciliterebbe quella più incisiva azione sull’intero territorio
        
        
          nazionale che tutti auspichiamo.
        
        
          
            Più giovani, più donne, più soci, più Club… qual è il segre-
          
        
        
          
            to per avere in effetti più rotariani, dal tuo punto di vista?
          
        
        
          Non credo esista un segreto per incrementare l’effettivo. Ba-
        
        
          sta porsi qualche semplice domanda. Il Rotary ha ancora for-
        
        
          te capacità di attrazione nella nostra comunità? L’età media
        
        
          dei soci e la componente femminile corrispondono a quelle
        
        
          della parte dinamica della società della quale vogliamo esse-
        
        
          re espressione? Il da farsi dipende dalle risposte che si danno
        
        
          a queste domande.
        
        
          
            Il ruolo della Fondazione e lo stimolo alla realizzazione di
          
        
        
          
            progetti sostenibili sono percepiti compiutamente, a tuo
          
        
        
          
            avviso, dai rotariani? Quanta dispersione c’è, ancora?
          
        
        
          L’avvio della Future Vision ha creato qualche iniziale sconcer-
        
        
          to per l’apparente complessità delle procedure, che cambia-
        
        
          vano prassi consolidate. L’opera dei responsabili delle com-
        
        
          missioni distrettuali si è rivelata efficace a questo proposito,
        
        
          il che si è riflesso particolarmente sull’aumento numerico dei
        
        
          progetti globali verificatosi quest’anno in molti distretti. Mi
        
        
          sembra che la comprensione dell’impostazione generale e dei
        
        
          meccanismi attuativi stia facendo ora rapidi progressi.
        
        
          
            Se pensi al Rotary di dieci anni fa…? E se pensi al Rotary
          
        
        
          
            tra dieci anni?
          
        
        
          È vezzo comune agli anziani, dato che la memoria umana è
        
        
          selettiva, riferirsi al passato come ad un’epoca comunque
        
        
          migliore di quella presente. Spero di non indulgere a questa
        
        
          debolezza se affermo che il Rotary di dieci anni or sono pre-
        
        
          sentava una ricchezza di apporti intellettuali e di discussione,
        
        
          che mi sembra essersi affievolita in tempi recenti. Non credo
        
        
          che si tratti di un fenomeno specificamente italiano. Esso
        
        
          esprime piuttosto, a mio avviso, un indirizzo diffuso nell’in-
        
        
          tero mondo rotariano occidentale con significative, ancorché
        
        
          sporadiche eccezioni, specie in Germania e in Francia. In
        
        
          buona sostanza esso è il risultato del progressivo prevalere
        
        
          dell’azione umanitaria sull’impegno civico, in definitiva delle
        
        
          “charities” sul “civic work”. Ma di questo abbiamo già detto.
        
        
          
            Il tuo messaggio per i rotariani.
          
        
        
          Sono, per natura e convinzione, alieno dal lanciare messag-
        
        
          gi. Se un richiamo posso fare, è quello volto ad affrontare i
        
        
          problemi che si pongono nel nostro sodalizio con lo stesso
        
        
          realismo e la stessa determinazione coi quali siamo abituati
        
        
          ad affrontare i problemi che incontriamo nelle nostre profes-
        
        
          sioni. Forse con in più un briciolo di quella partecipazione
        
        
          affettiva che dedichiamo alla nostra famiglia e che possiamo
        
        
          estendere in qualche misura alla famiglia rotariana.