Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 21

BOARD DIRECTOR
21 interviste
cilmente valutabile nel breve arco di mesi. Nei limiti tempo-
rali del mio mandato mi adopererò al fin che si consolidi la
consapevolezza della perdurante valenza dei valori originari,
con l’auspicio che il Rotary del futuro, necessariamente
composito e variegato rispetto a quello dei primordi, possa
custodire l’originaria impronta culturale occidentale e riesca
a ricondurre l’apporto delle culture e delle tradizioni dei
popoli all’unificante principio di una comune appartenenza.
Il legame con il territorio è fondamentale per il Rotary.
Qual è la strategia che auspichi sia condivisa dai distretti
italiani, per rafforzare questo legame?
Se il rapporto con il territorio è requisito essenziale per l’af-
fermazione del sodalizio e se il Rotary italiano intende essere
significativa espressione della società è necessaria un’opera
di identificazione e di rappresentatività della realtà naziona-
le. A questo fine l’attuale configurazione di ADIRI è del tutto
inadeguata. Manca in Italia quel coordinamento che è eserci-
tato in Francia dal CODIFAM, in Germania dal Deutscher Go-
vernorrat, in Svizzera dal Governorrat Schweiz/Liechtenstein,
in Austria dall’Osterreichischer Governorrat. Nulla è sottratto
ai singoli governatori, detentori pro-tempore del potere de-
cisionale. Al contrario, la presenza a livello continentale di
chi fosse da loro designato a rappresentare il Rotary italiano,
anche per un solo anno, ne farebbe interlocutori atti a contri-
buire efficacemente alla definizione della visione europea del
Rotary, alla quale essi non sono oggi partecipi nella misura
che la storia, l’apporto di idee e la stessa consistenza nume-
rica del sodalizio in Italia consentirebbe. Inoltre, l’accorta
programmazione triennale, concordata con i loro successori,
faciliterebbe quella più incisiva azione sull’intero territorio
nazionale che tutti auspichiamo.
Più giovani, più donne, più soci, più Club… qual è il segre-
to per avere in effetti più rotariani, dal tuo punto di vista?
Non credo esista un segreto per incrementare l’effettivo. Ba-
sta porsi qualche semplice domanda. Il Rotary ha ancora for-
te capacità di attrazione nella nostra comunità? L’età media
dei soci e la componente femminile corrispondono a quelle
della parte dinamica della società della quale vogliamo esse-
re espressione? Il da farsi dipende dalle risposte che si danno
a queste domande.
Il ruolo della Fondazione e lo stimolo alla realizzazione di
progetti sostenibili sono percepiti compiutamente, a tuo
avviso, dai rotariani? Quanta dispersione c’è, ancora?
L’avvio della Future Vision ha creato qualche iniziale sconcer-
to per l’apparente complessità delle procedure, che cambia-
vano prassi consolidate. L’opera dei responsabili delle com-
missioni distrettuali si è rivelata efficace a questo proposito,
il che si è riflesso particolarmente sull’aumento numerico dei
progetti globali verificatosi quest’anno in molti distretti. Mi
sembra che la comprensione dell’impostazione generale e dei
meccanismi attuativi stia facendo ora rapidi progressi.
Se pensi al Rotary di dieci anni fa…? E se pensi al Rotary
tra dieci anni?
È vezzo comune agli anziani, dato che la memoria umana è
selettiva, riferirsi al passato come ad un’epoca comunque
migliore di quella presente. Spero di non indulgere a questa
debolezza se affermo che il Rotary di dieci anni or sono pre-
sentava una ricchezza di apporti intellettuali e di discussione,
che mi sembra essersi affievolita in tempi recenti. Non credo
che si tratti di un fenomeno specificamente italiano. Esso
esprime piuttosto, a mio avviso, un indirizzo diffuso nell’in-
tero mondo rotariano occidentale con significative, ancorché
sporadiche eccezioni, specie in Germania e in Francia. In
buona sostanza esso è il risultato del progressivo prevalere
dell’azione umanitaria sull’impegno civico, in definitiva delle
“charities” sul “civic work”. Ma di questo abbiamo già detto.
Il tuo messaggio per i rotariani.
Sono, per natura e convinzione, alieno dal lanciare messag-
gi. Se un richiamo posso fare, è quello volto ad affrontare i
problemi che si pongono nel nostro sodalizio con lo stesso
realismo e la stessa determinazione coi quali siamo abituati
ad affrontare i problemi che incontriamo nelle nostre profes-
sioni. Forse con in più un briciolo di quella partecipazione
affettiva che dedichiamo alla nostra famiglia e che possiamo
estendere in qualche misura alla famiglia rotariana.
1...,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20 22,23,24,25,26,27,28,29,30,31,...82
Powered by FlippingBook