Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 20

che il ritorno del Distretto 2060 alla nostra Zona, recente-
mente deciso dal Board, contribuisca ad accentuare questo
andamento e, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza
della valenza del Rotary italiano.
Alle tue domande: dove stiamo andando? come ci stiamo
muovendo? Posso solo rispondere con l’appello ad una ri-
flessione sulla attuale capacità di attrazione del Rotary nella
società, ad una più stretta adesione ai valori fondanti e ad un
rinnovamento della nostra compagine attraverso una azione
diffusa che faccia tesoro delle esperienze del passato.
La funzione di
Director
è centrale per l’impostazione
strategica del Rotary del futuro, in armonia con la multi-
culturale rappresentanza rotariana che si esprime anche
nel Board. Com’è iniziato questo percorso e come intendi
significare le aspettative della zona che rappresenti?
Anche se avevo già avuto occasione di conoscere alcune re-
altà rotariane d’Oriente, l’institute Asiatico svoltosi a Taipei
nello scorso dicembre ha lasciato in me una profonda impres-
sione. Ho constatato quanto sia sentito l’orgoglio nazionale
rotariano, espresso anche dal supporto e dalla diretta parte-
cipazione dei governatori ad eventi previsti nel programma.
In India, Tailandia e Taiwan è stato accolto favorevolmente
l’invito del Presidente Gary Huang a cooptare nel club l’intero
nucleo famigliare adulto di ciascuno dei suoi membri. È, que-
sto, un aspetto estraneo alla nostra sensibilità e difficilmente
applicabile nel nostro contesto. Tuttavia, esso è probabilmen-
te destinato a influire non solo sulla evoluzione del Rotary in
quei Paesi, ma anche sul divenire dell’intero sodalizio.
Gary Huang è uomo di lingua e di cultura cinesi e di forma-
zione confuciana, il che ne fa il più idoneo interlocutore del
governo della Repubblica popolare in funzione della ricercata
apertura della Cina continentale al Rotary. Sembra esistere
oggi una tenue prospettiva di costituzione di club provvisori
in quell’immenso Paese, al di là di quelli esistenti a Pechi-
no e a Shangai, peraltro chiusi alla comunità indigena. Per
contro, si teme che il recente irrigidimento governativo a pro-
posito degli statuti speciali vigenti a Hong Kong e a Macao,
dove continuano ad essere attivi numerosi Rotary club alcuni
dei quali esistenti sin dagli anni ’30 e ’40, possa ripercuo-
tersi negativamente sulle possibilità di penetrazione in Cina
e sulla vita delle realtà esistenti. Del resto, la prospettiva di
un’apertura della Cina al Rotary aprirebbe scenari oggi mal
definibili ma di enorme impatto potenziale sulla connotazio-
ne stessa del nostro sodalizio.
In questo contesto il Rotary europeo stenta ad avere una voce
comune, nonostante il succedersi di iniziative atte a fare
emergere aspetti condivisi. È attualmente in fase di esame
il progetto di realizzare un unico Institute europeo annuale,
comprensivo dell’intero Rotary continentale e del RIBI britan-
nico. Non so prevedere quale ne sarà l’esito, ma non credo
che potrà essere immediato, né di facile realizzazione.
In una prospettiva a breve–medio termine è necessario, a mio
avviso, ricorrere a tutte le risorse derivanti dal principio di re-
gionalizzazione, ormai riconosciuto dal Rotary International.
La nostra Regione è composta da Italia, Francia, Spagna e
Portogallo, che hanno problemi diversi ma che condividono
esperienze comuni. Basterà ricordare, a questo proposito,
che nell’Europa latina sorse e si sviluppò il primo Rotary
continentale, a partire dal lontano 1920. Sono altresì con-
vinto, al di là del mio rapporto famigliare e professionale con
il mondo germanico, che potrà rafforzarsi quel colloquio con
il Rotary mitteleuropeo ora in corso con promettenti prospet-
tive. Per quanto concerne le aspettative della nostra Zona,
permettimi di parafrasare un’espressione forse abusata ma
pertinente. A fronte delle tue legittime attese, cosa sei dispo-
sto a fare per rispondere alle attese che il Rotary pone in te?
Come interpreti il motto del Presidente Huang? Cosa por-
terà di nuovo nel Rotary, nel corso dei prossimi mesi?
Il tema presidenziale, “Light up Rotary”, è di assoluta chia-
rezza. La sua traduzione italiana, “Accendi la luce del Ro-
tary”, riflette il genuino intendimento di Gary Huang. Tutti
noi siamo richiamati sia a ispirare le nostre azioni ai principi
rotariani, sia a diffondere questi principi nella vita quotidiana
della società nella quale operiamo.
Per quanto concerne la tua seconda domanda, mi sembra
diffusa la convinzione che il Rotary stia attraversando un
periodo di profonda trasformazione. Si tratta di un processo
evolutivo di non breve momento, la cui progressione è diffi-
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