Il nostro stile è di non arrenderci, in questo modo abbiamo re-
        
        
          alizzato cose grandi e provato al mondo a noi stessi che pos-
        
        
          siamo fare accadere cose grandi”. Provare a se stessi che è
        
        
          possibile realizzare cose grandi presuppone il fatto di credere
        
        
          nelle proprie capacità; uno dei programmi più proficui del Ro-
        
        
          tary è proprio quello di spronare i giovani a mettere a frutto il
        
        
          loro talento ed affrontare i problemi con creatività, imparando
        
        
          a trovare soluzioni personali e collettive, a seconda dei casi.
        
        
          Il Presidente Internazionale ha partecipato con entusiasmo
        
        
          al WIR (Walking in Rotary), seminario formativo rivolto a
        
        
          rotaractiani, interactiani e persino under 12 del distretto
        
        
          2080, che si è svolto presso il Liceo Giulio Cesare di Roma.
        
        
          Presenti anche i 47 ragazzi di nazionalità straniera, ospiti del
        
        
          programma “Scambio Giovani”.
        
        
          Non sono mancati contatti con rappresentanti delle Istituzio-
        
        
          ni e autorità locali, dal Vicesindaco di Roma al Ministro della
        
        
          Salute al Papa in udienza pubblica. Un privilegio, quest’ul-
        
        
          timo, che possono vantare in pochi. Per l’occasione, Huang
        
        
          ha consegnato al Santo Padre il più alto riconoscimento
        
        
          rotariano riservato ai capi di Stato e a personaggi eccezionali.
        
        
          Ritengo che il valore prodotto dall’interazione, ovvero la
        
        
          possibilità di conoscere cose nuove vada di pari passo con la
        
        
          capacità di sviluppare il pensiero critico, in senso filosofico,
        
        
          cioè la capacità di analisi, deduzione e trasformazione di in-
        
        
          formazioni, un processo che ha in sé il germe del progresso.
        
        
          La tolleranza deriva dal pensiero critico e scaturisce nella
        
        
          capacità di mediazione. Tutte queste caratteristiche e abilità
        
        
          sono proprie del buon rotariano e ne giustificano, a mio avvi-
        
        
          so, la gratificazione e la soddisfazione come animale sociale,
        
        
          che si rende utile alla società come naturale conseguenza del
        
        
          suo bagaglio di apprendimento e della sua sensibilità.
        
        
          La sensibilità verso il prossimo è ciò che ha prodotto uno dei
        
        
          più grandi successi del Rotary, l’eradicazione quasi totale
        
        
          della poliomielite nel mondo. Un progetto che trent’anni
        
        
          fa, agli inizi, era solo un miraggio ed oggi è realtà. Quali e
        
        
          quanti sono i poliomielitici e come vivono? Non c’è bisogno
        
        
          di andare in un Paese del terzo mondo per scoprire gli effetti
        
        
          devastanti di questa malattia. Per il Presidente Internaziona-
        
        
          le, a Roma, si è esibito un ospite d’eccezione. Il suo nome
        
        
          è Dergin Tokmak, la stampa lo ha definito l’Angelo con le
        
        
          stampelle. Di origine turca, all’età di un anno Dergin perde
        
        
          l’uso delle gambe ma questo non gli impedisce di inseguire il
        
        
          sogno di ballare. Oggi si esibisce in tutto il mondo e ballare
        
        
          per il Rotary ha avuto un significato speciale, sia per noi che
        
        
          per lui.
        
        
          Per tornare all’interazione, il prossimo giugno a San Paolo in
        
        
          Brasile ci sarà la convention mondiale del Rotary, ed è certo
        
        
          che ad incontrarsi non saranno occidentali e orientali, gente
        
        
          del Sud e del Nord ma rotariani d’Oriente e d’Occidente, del
        
        
          Sud e del Nord. Ed è proprio questo l’ultimo (ma forse il più
        
        
          importante) punto di forza che ho trovato: il Rotary è da sem-
        
        
          pre una grande famiglia.
        
        
          I
        
        
          unia
        
        
          V
        
        
          aleria
        
        
          S
        
        
          aggese
        
        
          
            GARY HUANG A ROMA
          
        
        
          17  i viaggi del Presidente
        
        
          Dergin Tokmak, ballerino sopravvissuto alla poliomielite, si è esibito a Roma in occasione della visita del Presidente Internazionale del Rotary.