Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 24

INTERVISTE
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ROTARY
dicembre 2014
Francesco Arezzo
Coordinatore Task Force e-Club e Social Network
Cosa è in concreto un e-Club?
Il concetto di e-Club è allo stesso tempo
semplice ed estremamente complesso:
complesso perchè misconosciuto. Un
e-Club è un normale Rotary Club con tutti i diritti e con tutti
i doveri che conseguono alla sua affiliazione al Rotary Inter-
nazionale. Per la sua costituzione segue la medesima trafila
burocratica di un qualsiasi club tradizionale, per cui prevede
la nomina di un rappresentante ad hoc da parte del Governa-
tore e un numero minimo di soci esattamente come un club
tradizionale. È chiamato inoltre a svolgere gli stessi compiti,
servizio e progetti locali e internazionali, riunioni periodiche
settimanali, perseguimento degli obiettivi del Piano Strategi-
co del Rotary Internazionale. L’unica cosa che lo differenzia è
la forma della riunione settimanale, non più intesa come in-
contro fisico fra i soci, ma sfrutta le nuove metodiche messe
a disposizione dai moderni mezzi telematici.
Trovi che l’Italia sia pronta per questa nuova realtà?
Certo. Negli ultimi mesi c’è un grande fermento. L’e-Club
nasce in Paesi, penso per esempio all’Australia, dove le
distanze eccessive fra i soci impedivano o rendevano comun-
que estremamente difficoltoso l’incontro fisico settimanale
fra i soci. È chiaro che questo problema non si riscontra nel
nostro Paese. Con la riunione telematica si viene però incon-
tro alle esigenze di molte persone: per esempio di quelle che
svolgono un lavoro con orari non convenzionali o che viaggia-
no spesso a causa del lavoro. Anche i giovani professionisti
che devono gestire tutti i problemi collegati ad una nuova
famiglia da avviare possono trovare molto conveniente questa
forma di aggregazione. Ancora, la riunione telematica annulla
i costi delle riunioni riducendoli solo alle spese di acquisto
e gestione dello spazio “virtuale” sulla rete. I costi ridotti e
la flessibilità estrema nella frequenza danno la possibilità di
avvicinarsi al Rotary a tutta una generazione di giovani, ex ro-
taractiani o meno, che altrimenti verrebbero scoraggiati e che
rischieremmo inevitabilmente di perdere. Alcuni soci anziani
cominciano ad avere problemi di deambulazione o comunque
possono trovare difficoltoso uscire di casa la sera per raggiun-
gere il luogo dell’ incontro settimanale. Cominciano a non
frequentare con assiduità, finché arrivano alle dimissioni.
L’e-Club può venire incontro con successo a questi o ad altri
casi particolari.
Il rapporto tra e-Club e sviluppo dell’effettivo?
Il Rotary, in generale e quello italiano in particolare, sta
vivendo un momento di difficoltà riguardo alla crescita
dell’effettivo. Abbiamo perso quasi il 10% negli ultimi 5-6
anni. Dobbiamo recuperare questo numero, ma il problema
principale secondo me è un altro: l’età media del Rotary
italiano si sta alzando sempre di più. Certo, abbiamo un patri-
monio invidiabile di esperienza, ma i nostri club rischiano di
perdere in effervescenza e forza di propulsione. Alla lunga, se
non riusciamo a invertire questo trend, si rischia di perdere il
contatto con una realtà che evolve, come abbiamo già detto,
in maniera molto veloce. Gli e-Club non solo sono in grado
di aumentare il numero del nostro effettivo ma, rivolgendosi
principalmente ai fruitori della rete e quindi a individui del-
le nuove generazioni, contribuiscono a dare al Rotary una
iniezione di entusiasmo e di novità. I ragazzi sono attrezzati
meglio di noi a capire e a interpretare i cambiamenti di una
società che cambia con velocità vorticosa e potranno adegua-
re i nostri club ai cambiamenti cui siamo obbligati dal fatto
stesso di vivere in una società “liquida” che cannibalizza
continuamente i suoi valori di riferimento.
A che punto è il piano di sviluppo per la Zona 12?
All’inizio dell’ anno rotariano mi sono dato degli obiettivi: par-
tivamo dalla presenza, già consolidata, di tre e-Club. Mi sono
prefissato il traguardo di 10 e-Club e 10 Club Satellite, entro
la fine dell’ anno rotariano. Il Rotary consiglia di portare nei
distretti questi nuovi concetti, tramite seminari e incontri ap-
positamente organizzati. So che i distretti e i governatori sono
già impegnati in mille incontri da progettare e organizzare, e
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