ROTARY |
aprile 2012
46
D
ISTRETTO
2060
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È la stampa, bellezza, la stampa. E tu non ci puoi fare niente… niente!, diceva
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minaccia”, film del 1952, diretto da Richard Brooks. Molti di noi, certo i non
più giovani, lo ricordano. Lo hanno rivisto in tanti cineforum o cineclub. E’ una
delle più significative pellicole in tema di ruolo (potere) e libertà di stampa.
Quasi a dire
:
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l
la
fine vinc
ono
se
mpre le parole
.
E’ la stampa, bellezza”, è pure il titolo di uno degli ultimi saggi scritti da
Giorgio Bocca, indimenticabile opinionista, scritto per raccontare la sua avven-
tura nel giornalismo, per indagare una professione oggi forse in crisi, certo in
difficoltà, come è quella legata alla carta stampata, schiacciata dalle pressioni
della politica e dell’economia, incapace di reagire allo strapotere della comu-
nicazione televisiva, e delle nuove forme espressive, Internet e i new media (fa
Facebook a Twitter, dagli sms agli Smartphone, ai vari tablet) in primis.
La commedia dell’informazione”, potremmo aggiungere, rubando altri titoli
alla vasta pubblicistica sul mondo del giornalismo, sul quel “giornalista quasi
perfetto”, che tante scuole di comunicazione, sostituendosi invano, ai “labora-
tori” delle vecchie redazioni, cercano di formare.
Un consolidato proverbio inglese suona così: “better safe, than sorry”. Potrem-
mo tradurlo facilmente con un “meglio prevenire che dispiacersi poi”.
E’ adattabile in tanti campi, stampa compresa. Vale soprattutto, in un mondo
in cui la notizia, la cascata di informazione dilaga, spesso spregiudicatamente
e senza controlli.
Dedicare allora, come fa il Rotary, un mese - quello di aprile, suggerito dai
nostri Governatori - alla informazione rotariana, quella locale, dei nostri club,
quella distrettuale, nazionale e internazionale, può essere utile per riflettere sul
senso della consapevolezza e della condivisione, sulla comunicazione del nostro
saper fare” e saper trasmettere, al di fuori di noi, la nostra storia e la nostra
attualità di servizio, di costruzione di ponti di pace e solidarietà, tutti compiti
del Rotary. Soprattutto per comunicare la nostra immagine dentro e, soprattut-
to, fuori della nostra organizzazione.
E’ la stampa, bellezza”, con il suo fascino e il suo potere, con la sua sem-
plicità, la sua fragilità e il suo incarnato, a darci una mano utile ed efficace,
per uscire da noi stessi, per conoscere, appunto, e farci apprezzare. Se volete,
anche per fare letteratura e storia, oltre che cronaca.
Chi scrive dà respiro alla vita”, diceva Giacomo Leopardi. Facile, per lui: pos-
sedeva il grande dono del sentimento e della poesia.
Non è sempre così in chi fa il mestiere del giornalista, ma - sollecita Andrea
Zanzotto, grande poeta delle terre veneziane - “Il giornalismo ha sempre un
sorriso a far da legame”.
E allora insistiamo, con il dedicarci a sfogliare le nostre riviste.
Il Rotary vive e si alimenta nella comunicazione.
Nel Distretto 2060 il Notiziario del Governatore, quest’anno sotto la spinta del
dinamico ed entusiasta Bruno Maraschin, mensilmente giunge non solo ai quasi
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mila rotariani del Nord Est la “loro” rivista, ricca di stimoli, riflessioni, infor-
mazioni, comunicazioni di servizio, testimonianze di una vita dinamica, pro-
iettata convintamene verso l’esterno, capace di raccogliere il meglio di quanto
l’ottantina di club produce sistematicamente in tutte le direzioni delle “vie d’a-
zione” dell’associazione. E questo per rafforzare l’immagine, le relazioni esterne
di un Rotary che sa fare squadra, direi quasi lobby, per promuovere le regioni
nelle quali opera e prospera.
La realtà rotariana, il suo dinamismo proiettato sugli “altri” viene poi presentata
e rinfrancata dai diversi “forum” orientati ai grandi temi della società, e dei
tempi di crisi nei quali ci muoviamo.
Il Rotary, con i suoi progetti , nel cogliere, accompagnare e costruire nuove
eccellenze, nel suscitare sempre innovative sfide di qualità, con le sue solle-
citazioni al servizio, con l’attenzione ai giovani, con le preoccupazioni spese a
curare i limiti delle disabilità, con una naturale attrazione ai temi della produ-
zione culturale, è giustamente un soggetto primario, propositivo, dinamico, co-
struttivo, emulato, nell’interpretare, anno dopo anno, i precetti fondanti, ancora
attuali ad un secolo compiuto dall’avvio dell’istituzione voluta da Paul Harris.
E tutto ciò va comunicato.
Create consapevolezza, e passate all’azione, s’era detto qualche tempo fa. Eb-
bene, sì. E’ un atteggiamento che dobbiamo perseguire, anche attraverso la
stampa nell’eccellenza che ci contraddistingue, eccellenza che è necessità,
come altrettanto lo è la qualità del servire.
Non pensate a ciò che fate, ma a ciò che siete.
Seneca ammoniva: per tutta la vita bisogna imparare a vivere.
Certo, per interpretare e raccontare la vita. E’ una constatazione che compete
al nostro essere Rotary, oggi, con quel “futuro fragile”, che sta di fronte a noi.
Siamo, o no, leader di questo territorio?
Sia chiaro: non si è leader senza un progetto, da sviluppare e condividere.
Se l’abbiamo, allora culliamolo e ancor prima sforziamoci di costruirlo con in-
telligenza e determinazione questo sogno. Corteggiamo la vita, con fedeltà e
felicità - lo abbiamo detto ancora -, giocando la sfida di un maggiore impegno
culturale, che non è solo compiacimento estetico o munifico, per noi non può
essere solo accademia.
Mettiamo serenamente in gioco, in questa sfida innovativa e comunicativa, le
nostre competenze, le nostre intelligenze.
Quando gli uomini diventano folla, si ascolta un rullio di tamburi; quando la
folla ridiventa uomini, torna la musica.
La vera armonia, la musica sboccia quanto in tutti gli ambiti ci si ritrova in-
sieme, coerentemente e liberamente, cercando di condividere valori comuni e
fraternità, senza dover perdere la propria identità.
Siamo i raggi di una ruota che gira ed ha il perno ben saldo nei grandi valori
ed ideali del Rotary, ma che, proprio perché ruota, non può stare ferma ed è
costretta a camminare, girare, indirizzarsi verso ambiziosi traguardi. Ed è giusto
che tutti lo sappiano.
Il Rotary magari è una grande utopia, attorno alla quale costruiamo e verifichia-
mo tanti nostri sogni, con un anelito costante: l’eccellenza. Ma non tutti, forse,
l’hanno ancora capito.
Gli uomini - scriveva, già nel 1605, Francesco Bacone, filosofo inglese - gli
uomini devono sapere che in questo teatro che è la vita umana è concesso solo
a Dio e agli angeli di fare da spettatori.
Ai rotariani non
è ce
rto concesso di essere semplici spettatori o solo lettori di
questa contempo
r
aneità.
Ecco allora l’int
e
rrogativo: come dare un senso (rinnovato?) al nostro essere
Rotary?
Boris Pasternak,
il grande scrittore russo, osservava che “la poesia sta nell’erba
che abbiamo sot
to i piedi: basta chinarci, vederla e raccoglierla”.
Annotava onesta
mente, Zhuangizi, un sapiente cinese del IV secolo a.C.: “l’uo-
mo si dispende
insaziabilmente nelle cose, rincorrendole, senza tornare in se
stesso. Che trist
ezza!”.
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e dei canali di informazione costringe i destinatari ad attivare
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con Karl R. Pop
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Il Rotary è condi
visi
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div
idere bisogn
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comunicare.
Il patriarca Ang
elo Scola, parlando ai giornalisti, appena arrivato a Venezia,
nel 2002, ebbe
a citare Thomas Elliot, il quale si chiedeva: “Dov’è la saggezza
che abbiamo pe
rduto con la conoscenza? E dov’è la conoscenza che abbiamo
perduto con l’inf
ormazione?”. Si tratta di sostenere e di aiutare la libertà degli
uomini con una
in
formazione che introduca il dat
o, racconti
la realtà e agevoli il
giudizio. Scrivere
,
c
omunicare, resta sempre un att
o d’a
m
ore.
Anche se è la stampa (rotariana), bellezza!
1...,38,39,40,41,42,43,44,45,46,47 49,50,51,52,53,54,55,56,57,58,...68