ROTARY |
luglio/agosto 2012
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D
ISTRETTO
2060
Un Rotary per i tempi nuovi
costruisce il nuovo umanesimo
Le conclusioni del Governatore Bruno Maraschin al termine di un anno esaltante,
dinamico e costruttivo
di Giandomenico Cortese
La suggestiva cornice di villa Fracanzan Piovene di Orgiano, in una magica sera
d’estate, tra muse volteggianti e atmosfere d’altri tempi ha fatto da “introibo”
alle ultime uscite del Governatore Bruno Maraschin, a conclusione di un anno
ricco di impegni e di risultati esaltanti per il Distretto 2060. All’indomani, in
Fiera a Vicenza, è stato il tempo dei consuntivi, prima di trasferire il collare
all’entrante Alessandro Perolo. Insisteva Maraschin nel sostenere il Rotary come
il volano per fare dell’idea di Paul Harris, del sogno dei fondatori, “la realtà”, an-
cor più di “una” realtà. Ed Andrea Oddi, delegato dal Presidente Internazionale,
ha riconosciuto il valore dei rotariani del Nordest e il loro impegno nel segno di
una leadership di servizio, nella continuità e nell’innovazione di cui sono capaci,
nella realizzazione di modelli di governance associativa, e dei singoli club, che
meritano attenzione e condivisione. La relazione conclusiva di Bruno Maraschin,
concreta e per nulla fratulatoria, capace di una originale autocritica, ha scosso,
stupito e incalzato i dirigenti presenti in Fiera, stimolandoli nella loro azione di
servizio ai club, alla comunità locale, alla società intera.
La relazione di Tiziana Agostini, socia del Venezia-Mestre, attuale Assessore al
Comune di Venezia, su “La responsabilità personale come responsabilità socia-
le”, è stata talmente apprezzata che la riproponiamo per intero su queste pagine
del notiziario. La necessità di una costante verifica per formazione e informazione
all’interno del Rotary è stata l’oggetto dell’intervento dell’Istruttore distrettuale
Carlo Martines, prima degli adempimenti formali ed istituzionali e del tempo dei
riconoscimenti che Bruno Maraschin ha voluto proporre ai “benemeriti” della
sua annata.
È stato un Congresso di qualità ed elevata sostanza. Il Governatore uscente ha
candidamente riconosciuto che sono state per lui, e i suoi collaboratori, “più le
soddisfazioni che le delusioni”.
Ricordata la lunga cavalcata, durata oltre otto mesi, per la visita degli 84 club e
la partecipazione ai principali avvenimenti rotariani, alla consegna dei service, ai
due forum su “Leadership e potere” e sulla spinta per “Un nuovo umanesimo”
che può uscire dalla crisi che ha colpito il mondo occidentale. il Governatore
Maraschin ha voluto ricordare alcuni punti: «l’impegno e l’entusiasmo di coloro
che erano coinvolti nella realizzazione dei programmi, accanto a modalità di ge-
stione del Club, in qualche occasione, non in linea con le modificazioni introdotte
con il Piano Direttivo di Club; la difficoltà di comunicazione interna, all’interno
dello stesso consiglio direttivo, ma soprattutto con i Soci in un’epoca in cui le
possibilità offerte dai media sono enormi rispetto anche a un recente passato; la
presenza nei club di uno zoccolo duro di Soci operativo, pari in genere al 30%
della compagine associativa, mentre il resto dava l’impressione di essere lontano
dai problemi contingenti, pur evidenziando aderenza ai nostri principi e valori;
non ho mai considerato che l’età media fosse di grande ostacolo: non è l’età
anagrafica che conta nel Rotary, ma l’impegno, la condivisione, le idee che ognu-
no con il suo bagaglio culturale e di esperienza professionale rende disponibili
all’interno del gruppo». Non ha mancato di toccare l’argomento dell’ammissione
delle donne, informando che vi sono ancora 14 Club formati da soli uomini; «È
evidente - ha sottolineato - che questo è un atteggiamento antistorico, ma ci
nascondiamo dietro la giustificazione di dover garantire l’equilibrio e l’armonia
all’interno del Club». Il suo dire a qualcuno è sembrato un panorama pessimista
e troppo severo, ma Maraschin ha spiegato che rientrava nei suoi compiti e nella
sua funzione «essere utile per superare le difficoltà nella gestione dei Club e se
non ci rendiamo conto della realtà, non potremo mai dare attuazione a decisioni
di miglioramento. Il futuro del Rotary non dipende solo dalla attualità dei suoi
principi, che appaiono sempre universali e non negoziabili, bensì nella sua ca-
pacità di rispondere con una più aderente organizzazione alle sfide che il mondo
e la Società propongono. Il motto di quest’anno interpreta questi miei concetti e
cioè conosci bene quali siano i difetti della realtà in cui vivi per attuare il cambia-
mento necessario e opportuno, oltre che per abbracciare l’umanità».
«
Il Rotary - ha concluso Maraschin - ha dato il meglio di sé in epoche di grandi
necessità e grandi crisi dell’Umanità; ora, anche nel nostro territorio, stiamo vi-
vendo un periodo complicato e complesso, difficile dal punto di vista economico
e sociale, per cui è richiesto a ognuno di noi un impegno particolare allo scopo
di dare speranze e soluzioni ai problemi del vivere di tutti i giorni, senza dimenti-
care però che esistono nel mondo popolazioni che vivono con 1 dollaro al giorno,
che non usufruiscono di acqua pulita, che non possono accedere alla minima
istruzione, che sono affetti da malattie, che per noi occidentali sono banali, ma
che diventano devastanti per le comunità prive della minima assistenza sanitaria
e igienica, che lottano ogni giorno per la libertà e per accedere ai più comuni
diritti individuali».
Andrea Oddi, Alessandro Perolo e Bruno Maraschin
Monica Poli, RD Rotaract
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