ROTARY |
maggio 2012
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re con un nuovo “paradigma morale”.
Che vuol dire più etica nell’economia e
nella politica. E più impegno concreto,
per dare speranza ai popoli in difficoltà.
Non più soltanto promesse, mai mante-
nute. Come, purtroppo, è avvenuto per
gli obiettivi del Millennio per ridurre la
fame nel mondo. Dopo tanti proclami,
i potenti della terra, col passare degli
anni, hanno ridotto il loro impegno, ta-
gliando drasticamente i fondi destinati
alla Cooperazione. La crisi economica
ha accentuato le difficoltà dei Paesi
poveri. Carenza di cibo e medicine ge-
nerano insicurezza di vita, disordini ed
esodi quasi biblici. Il diritto alla vita e
alla salute è al centro del vero svilup-
po. Soprattutto se vogliamo costruire
quella “civiltà dell’amore”, che ha alla
base l’esperienza del dono, della gra-
tuità. Nel rispetto dell’altro. “Capita
talvolta”, leggiamo nella Caritas in ve-
ritate, “che chi è destinatario degli aiuti
diventi funzionale a chi lo aiuta. E che
i poveri servano a mantenere in vita di-
spendiose organizzazioni burocratiche
che riservano per la propria conser-
vazione percentuali troppo elevate di
quelle risorse che, invece, dovrebbero
essere destinate allo sviluppo”. Occor-
re generosità e trasparenza. Nonché il
pieno coinvolgimento delle persone e
delle popolazioni assistite. Non si trat-
ta di semplice assistenzialismo, che
spesso umilia chi ha bisogno. Aiuti eco-
nomici, quindi, senza secondi fini. E si
deve operare perché i Paesi poveri pos-
sano agire in autonomia. E camminare
con le proprie gambe. Come ricordano
tanti missionari: “Non basta fornire il
pesce da mangiare, occorre anche inse-
gnare a pescare”. “Gli Stati economica-
mente più sviluppati”, è sempre la Ca-
ritas in veritate a ricordarlo, “faranno il
possibile per destinare maggiori quote
del loro prodotto interno lordo per gli
aiuti allo sviluppo. Un sistema di soli-
darietà sociale maggiormente parteci-
pato e organico, meno burocratizzato
ma non meno coordinato, permette-
rebbe di valorizzare tante energie, oggi
sopite, a vantaggio anche della solida-
rietà tra i popoli”. Certo, la sofferenza
fa parte dell’esistenza umana. Bisogna
fare di tutto per impedirla, soprattutto
quella degli innocenti. Anche se non è
facile eliminarla del tutto. Ma ci sono
mali particolari” che la buona volontà
e l’impegno di uomini retti possono de-
bellare definitivamente.
Com’è successo per tante malattie che,
nei secoli passati, hanno falcidiato le
popolazioni della terra. O come av-
viene, oggi, con l’impegno del Rotary
International per l’eradicazione della
poliomielite nel mondo attraverso vac-
cinazioni di massa dei bambini, che ne
sono le prime vittime. È questo il sogno,
ma anche la speranza concreta, perché
questa malattia si possa debellare de-
finitivamente. Anche in quei Paesi in
via di sviluppo dove ancora sussistono
focolai attivi. La speranza è che il 2012
sia, davvero, l’anno per il successo de-
finitivo di questa campagna.
Q
*
Don Antonio Sciortino, Direttore di Famiglia Cri-
stiana. Ha compiuto gli studi di filosofia presso
la Pontificia Facoltà San Bonaventura e quindi,
presso l’Università Pontificia Gregoriana, quelli
di teologia. Successivamente ha seguito la Scuo-
la Superiore di Comunicazione Sociale dell’Uni-
versità Cattolica di Milano. Giornalista profes-
sionista dal 1986, è specializzato sui temi della
famiglia e dell’informazione religiosa. Dal 1987
è direttore del mensile Famiglia. Oggi e mem-
bro del consiglio direttivo dell’Associazione don
Giuseppe Zilli per la famiglia e le comunicazioni
sociali - Onlus. È Direttore di Famiglia Cristiana
dall’agosto 1999. Il 26 maggio 2005, il Presiden-
te della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha
conferito l’onorificenza di Grande Ufficiale. Nel
2009
pubblica per Mondadori “La Famiglia cri-
stiana - Una risorsa ignorata”, in cui traccia un
quadro sulla famiglia in Italia e sulle politiche ad
essa riferite. Nel 2010, per Laterza, esce “Anche
voi foste stranieri - L’immigrazione, la Chiesa e la
società italiana.” Nel 2011, sempre per Laterza,
esce “Il limite. Etica e politica nelle lettere di Fa-
miglia Cristiana”.
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