ROTARY |
maggio 2012
40
N
on c’è azienda, nel mon-
do di oggi, che non af-
fermi tra i suoi principi fon-
damentali l’importanza del
fattore umano come chiave
del vantaggio competitivo nei
confronti della concorrenza.
Tutto si può copiare, si dice, ma non il
valore delle persone, che costituiscono
il cuore dell’azienda e il suo biglietto
da visita verso l’esterno. Tutte queste
persone, il loro modo di lavorare insie-
me, il loro modo di comportarsi, il loro
modo di relazionarsi con la realtà, i va-
lori che esprimono, è ciò che forma la
cultura di un’organizzazione. Uomini e
donne che hanno dei sogni per la pro-
pria vita. Uomini e donne che sperano
di realizzare una parte di questi sogni
nel mondo del lavoro, o grazie a quel-
lo che il lavoro può dare loro. Uomini
e donne che quotidianamente vanno
a spendere la più gran parte delle ore
della loro giornata in un luogo dove
sperano di dare senso alla loro vita,
con altre persone che hanno esatta-
mente la stessa speranza. Sperare vuol
dire affidarsi, a qualcosa o a qualcuno:
sperare che questo qualcosa o questo
qualcuno ci aiuti a far sì che i nostri so-
gni diventino realtà. Sperare vuol dire
affermare con sincerità di non farcela
da soli, vuol dire riconoscere di aver
bisogno di essere sorretti ed accompa-
gnati.
Speranza è quindi l’attesa di una realiz-
zazione che non è possibile compiere
da soli. Se il sogno è individuale, la
speranza coinvolge la presenza di qual-
cun altro. Ma tutto questo non implica
tristezza e angoscia, perché la speranza
richiama ad un esito positivo, la speran-
za pone il suo fondamento sulla fiducia
per qualche cosa che dovrà accadere.
Semplicemente, quindi, le persone vi-
vono con l’attesa attiva e “speranzosa”
LA FORZA DEL SOGNO
E DELLA SPERANZA
NEL MONDO DEL LAVORO
Giulio Cesare Tersalvi
che questo aiuto arrivi ad indicarci un
percorso o una compagnia. Nella vita,
come nel lavoro, che della vita è parte
importantissima. Il dizionario etimo-
logico riporta questa definizione per
speranza: “Aspettativa o Fidanza di
un cangiamento futuro in bene; e Una
delle tre virtù teologiche, per la quale
il cristiano aspetta con fiducia da Dio
il soccorso della sua grazia in questa
vita e la felicità eterna nell’altra. Gli
antichi la adorarono come una divinità
e i poeti la fecero sorella del sonno”.
Sogno e speranza. Oggi, la dimensione
del sogno e della speranza nel mondo
del lavoro è quanto mai attuale. Non mi
riferisco alle condizioni di incertezza e
di difficoltà presenti in tutti i settori e
già ampiamente dibattuti e approfondi-
ti. Sogno e speranza sono sempre stati
presenti nella vita dell’uomo e nel suo
lavoro, nei momenti peggiori come in
quelli più felici. Penso piuttosto alla ri-
cerca di senso di cui l’uomo ha ed ha
sempre avuto bisogno in quello che
fa. È una ricerca resa oggi ancora più
urgente per le trasformazioni che han-
no rivoluzionato l’organizzazione del
lavoro, i processi organizzativi e le re-
lazioni fra le persone all’interno delle
organizzazioni. L’organizzazione del
lavoro ha separato e diluito lo spazio
tra l’individuo e il “prodotto” della sua
opera, e non solo fisicamente: la perso-
na non capisce il senso di quello che fa;
i processi si sono frammentati, disuni-
ti, hanno perso i responsabili, non si sa
a chi rivolgersi per sapere; le relazioni
sono mediate da strumenti che oltre
a velocizzarle (ma non è sempre così
vero), le inaridiscono. Il lavoro così,
il lavoro senza significato, non dà spe-
ranza, ma porta alla disperazione che
della speranza è il contrario, e alla so-
litudine, alla mancanza di compagnia.
Chi governa un’azienda deve tener
conto di questa esigenza delle persone
e cercare di rimuovere gli ostacoli che
si oppongono alla sua realizzazione. E
1...,32,33,34,35,36,37,38,39,40,41 43,44,45,46,47,48,49,50,51,52,...68