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SPECIALE PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE
Il Programma Alimentare Mondiale
(WFP) mette le donne al centro dei suoi
interventi umanitari. Perchè questa
centralità?
Perché le donne hanno dimostrato di
essere lo strumento più efficace nel
combattere e prevenire la fame. In molti
paesi, sono loro a lavorare in agricoltura.
E sono loro a cercare di garantire il cibo
per la famiglia. Nonostante oltre il 60 per
cento degli affamati sia donna, la nostra
esperienza ci dice che se diamo il cibo
alle donne è quasi certo che arriverà a
chi ha più bisogno, i bambini, gli anziani.
In concreto come l’assistenza alimenta-
re del WFP aiuta le donne e le ragazze?
Innanzitutto le aiutiamo fornendo loro il
cibo necessario, soprattutto in momenti
cruciali della vita, nell’infanzia o duran-
te la gravidanza o l’allattamento. Non si
tratta solo di dare il cibo ma di darlo con
i necessari elementi nutritivi. Si è visto,
ad esempio, che la carenza di ferro o
l’anemia rappresentano un rischio reale
per la donna essendo la causa di almeno
il 20 per cento dei decessi materni.
Quali sono le sfide e anche i rischi che
devono fronteggiare le donne nelle crisi
umanitarie?
Indubbiamente nelle crisi umanitarie,
siano esse provocate da eventi natura-
li o dall’uomo, maschi e femmine sono
colpiti in modi differenti. Le donne, do-
vendosi occupare dei bambini, talvolta
non riescono ad aver accesso agli aiuti
e all’assistenza umanitaria. Non solo.
Nelle emergenze, c’è il crollo delle forme
di vita codificate, abituali, ed è in questi
momenti che le donne sono più esposte
alla violenza. Per non parlare dell’enor-
me carico di lavoro e responsabilità che
devono sostenere quando un membro
della famiglia è ferito, o ci sono persone
sfollate da accogliere. Si tratta di situa-
zioni che si possono protrarre anche per
decenni, e il cui peso ricade interamente
sulle spalle delle donne.
Come reagiscono le donne a queste si-
tuazione di doppia difficoltà in tempi
di crisi?
Mostrando una grande solidarietà. Le
donne sono le prime, appena le condi-
zioni lo consentono, a tornare a lavorare
nei campi, a trovare il cibo per la propria
famiglia e per la comunità in cui vivono.
In questi anni, in particolare nel 2007-
2008 e di nuovo ora, ci sono stati dei
picchi negli aumenti dei prezzi dei generi
alimentari.
Come la crisi alimentare mondiale ha
colpito, in particolare, le donne?
Le donne hanno minor accesso alle ri-
sorse e la crisi dei prezzi ha reso questa
disparità ancora più forte. Quando in
famiglia c’è meno da mangiare, le don-
ne lavorano il doppio per guadagnare
qualcosa e potersi procurare il cibo.
In genere sono anche le ultime a man-
giare. Questo ha riflessi negativi sullo
stato nutrizionale femminile, con una
forte ipoteca sulla loro salute. Talvolta
sono spinte, dalla necessità, ad adot-
tare comportamenti a rischio. Molte
donne, infatti, finiscono con il prosti-
tuirsi pur di far mangiare la famiglia. Il
WFP insiste molto, nei suoi interventi,
sul tema dell’istruzione femminile. L’i-
struzione è la chiave di volta per supe-
rare la disparità uomo-donna. Il WFP
è, storicamente, il principale fornitore
di pasti scolastici nel mondo. Grazie ai
programmi di alimentazione scolastica
moltissime bambine possono studiare.
Talvolta, per incoraggiare le famiglie
a mandare a scuola le figlie diamo an-
che delle razioni alimentari da portare
a casa. Molto importanti sono anche i
nostri programmi di “cibo in cambio di
training professionale” con cui si offro-
no alle giovani la possibilità di imparare
un mestiere. O i programmi di “cibo in
cambio di lavoro”, con un impegno lavo-
rativo che riguarda, in genere, interventi
utili alla comunità. In tutti questi casi,
la sostanza è sempre la stessa: favorire
l’empowerment delle donne. C’è la ne-
cessità di dare più visibilità alle donne,
di far sì che contino di più nella società.
E’ questo l’obiettivo di ogni politica del
WFP rivolta alle donne.
WFP / Chu_Cancan ©
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