ROTARY |
marzo 2012
36
mangiare con loro un piatto delle nuove
verdure che volevano coltivare.
Al momento di andarmene mi resi conto
che le risate avevano lasciato il posto ai
discorsi seri. Le donne spiegavano la du-
rezza di una vita in un paese sottoposto
a fenomeni sempre più frequenti di sicci-
tà. Volevano sapere se le potevo aiutare,
se potevo aiutare i loro figli a sperare in
un futuro migliore.
Sono domande semplici, le stesse che mi
sono state poste tante altre volte in altri
paesi, in Africa, dove le madri temono di
non aver abbastanza cibo per sfamare i
propri figli e dove l’ansia cresce insieme
al tempo che cambia e alle piogge sem-
pre più scarse.
E poi ci sono i conflitti. Tre ani fa, in So-
malia, mi trovai di fronte una madre che
era sfuggita, con i suoi sette figli, ai com-
battimenti in corso a Mogadiscio. L’in-
tensità del conflitto aveva quasi svuotato
la capitale e lei era tra le migliaia di per-
sone che viaggiavano per giorni, a pie-
di o, le più fortunate, ammassate su un
camion. Per lei e per i tanti altri in fuga,
l’aiuto che noi del WFP potevamo dare
era vitale e immediato. In Somalia, sicci-
tà e conflitto rappresentano una miscela
micidiale che miete molte vite. Donne
e bambini in Somalia. Donne e bambi-
ni in Niger. Anno dopo anno, conflitto
dopo conflitto, siccità dopo siccità, un
problema dopo l’altro. In qualche modo,
mi vergogno. Io, donna istruita e occi-
dentale, mi chiedo spesso se riuscirei a
reggere la vita che fanno queste donne.
Conosco la risposta: non ho la loro forza
o la loro resistenza. Ma ciò che posseggo
è il desiderio e l’energia di lavorare con
loro per costruire le condizioni di una
vita migliore per i loro figli.
* Denise Brown dirige l’ufficio del WFP in Niger, uno
dei paesi del Sahel più esposti agli eventi climatici.
Questo articolo è qui riprodotto per gentile con-
cessione del WFP.
Sulla testa delle donne:
una storia fotografica
di Jennifer Parmelee*
L’idea di una
galleria fotogra-
fica di donne
che
testimo-
niasse anche 50
anni di lavoro
del WFP è nata
quando un ita-
liano del nostro
staff, esperto di
ICT, è tornato
dall’Uganda con
una raccolta di
foto incredibili di donne e ragazze che traspor-
tavano le cose più disparate sulla testa o sulle
spalle. Ha poi deciso di partecipare, con alcu-
ne di queste foto, a un concorso interno, per
i dipendenti, dedicato al tema “il potere delle
donne” e ha vinto il primo premio.
Guardando le sue foto ho pensato” è tutto sulla
loro testa”. In inglese questa frase ha un dop-
pio significato; indica un peso fisico ma anche
simbolico intendendo le responsabilità che ri-
cadono sulle donne soprattutto, ma non solo,
nel dover badare alla famiglia. Un po’ come in
italiano quando diciamo che “è tutto sulle loro
spalle”.
Fabio era ammirato e colpito dalla forza delle
donne che aveva incontrato e fotografato in
Uganda. Davvero sembravano essere il pilastro
della famiglia ma anche, in gran parte, della so-
cietà. “Fanno tutti i lavori, persino i più pesanti
come costruire strade, scavare la roccia nelle
montagne, trasportare dei grandi carichi di fo-
raggio e legna. Ho visto donne arare i campi con
i figli legati sulla schiena, impegnate nel doppio
ruolo di madri ma anche di chi deve mantenere
la famiglia. Quando ho parlato con un collega
del WFP dicendo che quelli erano lavori da
uomo, mi ha risposto che le donne erano le più
affidabili, perché erano le sole a garantire che
il cibo o il denaro guadagnato venisse destinato
alla famiglia e non speso per cose inutili”.
Stava ormai concludendo il suo viaggio quando
Fabio ha saputo che la moglie era incinta di una
bambina.
“L’esempio delle donne ugandesi è stato per me
un grande insegnamento”, dice Fabio. “Spero
che saremo capaci di trasmettere a mia figlia la
forza e la volontà di superare gli ostacoli della
vita con tenacia e orgoglio”.
* Jennifer Parmelee ha lavorato come giornali-
sta negli Usa, in Europa e Africa, per l’agen-
zia Associated Press e poi per il Washington
Post. Da 7 anni lavora al WFP, dapprima come
portavoce dell’agenzia a Washington e ora a
Roma occupandosi della comunicazione in-
terna.
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...68