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SPECIALE PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE
B
amiyan (Afghanistan)
La giornata non comincia
bene. Dovevo volare con un
elicottero dell’UNAMA (Uni-
ted Nations Assistance Mis-
sion in Afghanistan) ed andare
a Nili, la capitale della provin-
cia di Daykundi. Ma quando
arrivo sulla pista, vedo che
il mio nome non è nella lista
passeggeri e i posti sono già
tutti occupati. Guardo l’elicot-
tero alzarsi in volo e mi chiedo
cosa posso fare, ora.
Lo sguardo si allunga sulle cime in-
nevate delle montagne. Dei bambini
stanno giocando vicino alla pista di
decollo. Tutto sommato, ci sono posti
peggiori dove rimanere bloccati, nel
mondo, penso.
Ramatullah, la mia collega del luogo,
mi riporta in ufficio e in men che non si
dica, mi propone un piano alternativo.
“Andiamo alla Casa dell’Attesa Mater-
nità”, mi annuncia. La Casa di cosa?
Be’, se sei una donna e vivi a Bamiyan,
è molto probabile che tu viva piuttosto
lontano da un ospedale. Ce ne sono
davvero pochi, in tutta la provincia.
Così, se sei incinta, e la gravidanza
si annuncia difficile, allora, qualche
giorno prima della data prevista per il
parto, potrebbe essere una buona idea
spostarsi in un posto vicino ad un ospe-
dale - ecco cos’è la “Casa dell’Attesa
Maternità”.
Le donne arrivano qui dopo un viag-
gio di due o tre giorni, spesso su stra-
de sconnesse e a malapena agibili. E’
dura, specialmente con il pancione alle
ultime settimane. Il centro è gestito
dalla dottoressa Raihana, una donna
scrupolosa e dignitosa, dall’aria auto-
revole. E’ medico generico, specializ-
zata in salute della riproduzione. Se il
centro ha aperto, un anno fa, lo si deve
a lei.
Mentre ci dà il benvenuto, ci dice che
tutte le donne che erano al centro que-
sta mattina, sono all’ospedale vicino,
probabilmente stanno partorendo pro-
prio in quel momento, quindi non po-
tremo parlare con nessuna di loro. Non
è proprio la mia giornata.
Do però un’occhiata in giro e vedo le
camere, con i materassi e i cuscini ada-
giati a terra, è là che le donne aspet-
tano di partorire. C’è anche una sala
giochi, nel caso le donne siano accom-
pagnate da altri figli, e una sala dedica-
ta ai corsi che la dottoressa Raihana e
le altre ostetriche tengono sulla salute
materna. L’UNICEF fornisce dei “kit
per neonati”, coperte e del materiale
educativo.
Quando il centro fu aperto, c’era il pro-
TRA I MONTI
DELL’AFGHANISTAN,
LA “CASA DELL’ATTESA”
di Silke Buhr *
WFP / Rein_Skullerud ©
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