Rotary | Dicembre 2013 - page 63

Rotary
Italiano
Una dizione necessariamente errata
viaggio attraverso i primi passi del Rotary in Italia
APPROFONDIMENTO
63 approfondimento
Il primo Rotary Club in Italia fu fondato, come noto, a Milano
il 20 novembre 1923. Mussolini aveva preso il potere un an-
no prima, formando un Governo di coalizione democratica di
breve durata; infatti le elezioni indette per il mese di aprile
1924 furono condotte sotto il segno delle intimidazioni, brogli
elettorali, violenze. Dopo il delitto Matteotti, che alla Camera
aveva denunciato le irregolarità e i soprusi commessi, la coali-
zione governativa si sciolse. Il 3 gennaio 1925 con un vibran-
te discorso alla Camera, Mussolini avocò a se le responsabilità
di quanto accaduto, con la contestuale soppressione delle
libertà costituzionali e con il processo di smantellamento del-
lo Stato liberale, e l’instaurazione della dittatura attraverso un
regime forte, accentrato, liberticida.
La connessione fra l’avvento al potere del Fascismo e il sorge-
re del Rotary in Italia mette in risalto le difficoltà incontrate
dal nostro sodalizio, cresciuto in un ambiente avverso, con
deviazioni di ogni genere, attraversato da crisi di coscienza
tali da porlo in posizione subordinata al Regime onde poter
operare, anche se in difficoltà, grazie alla dirittura e alla vo-
lontà dei suoi Soci.
termine della 2° guerra mondiale, ma quarant’anni dopo:
all’epoca, in un eccesso di garantismo democratico, si con-
fuse il concetto di nazionalità con quello di fascismo, identi-
ficando sbrigativamente e perseguendo tenacemente l’idea e
il concetto di democrazia, con quello del solo antifascismo.
Sulla base di tale concezione venne a crearsi, nel Parlamento
Italiano, quale difesa dai partiti ispirati al totalitarismo, una
“democrazia bloccata” senza alternanza di tipo di Governo,
con un’identica e ripetitiva opposizione permanente.
Il problema di oggi è stabilire quale “patriottismo”, quale sen-
timento di oggi ci spinge verso il bene: è un impegno comune
accompagnato da legittimo orgoglio nazionale. Dopo l’Unità
d’Italia l’insistenza sul tema nazionale, l’esigenza prioritaria
della sua amalgama, ha tolto in parte la dimensione interna-
zionale. Di Patrie ce ne sono diverse: quella europea, quando
completata, non impedirà di certo di essere buoni patrioti. Il
processo di formazione dell’unità politica europea in atto, non
sembra poter modificare in nulla il senso di Patria che pervade
i cittadini provenienti o residenti negli Stati originari. In altri
termini i nuovi sentimenti europeisti saranno prevedibilmente
aggiuntivi a quelli da ognuno già posseduti, non sostituiti.
Nell’attesa è confortante costatare che recentemente è cam-
biata in meglio la nostra cultura: si sta passando da una pre-
senza passiva dei soci, a una cultura di partecipazione attiva,
sensibile ai cambiamenti epocali con azioni di servizio con-
dotte da soci in possesso di qualità professionali emergenti,
veri e propri “artefici” lungimiranti, innovativi e non imitativi
dei cambiamenti sociali.
In conclusione, il Rotary International è giunto all’integrazio-
ne internazionale nel 1912, (1910-Associazione Nazionale
Rotary Club; 1912-Associazione Internazionale Rotary Club;
1913-Rotary International). L’Europa nella sua totalità ci
sta per giungere nel secolo corrente, superando sentimenti e
pensieri contrastanti, legati a modelli sociali superati e con-
cezioni limitative, certamente più di cento anni dopo il Rotary
International. L’obiettivo posto dell’internazionalità può dirsi
raggiunto perché il problema è molto sentito e urgente: è in
discussione in tutti gli organismi internazionali.
Rotary e Patria: trasferiamoli in identità simmetriche. Sono
una perfetta sovrapposizione di piani combacianti contenenti
programmi, compiti, diritti e doveri di cui il Rotary e L’Europa
si faranno garanti mettendo in campo la grande forza della
comprensione tra i popoli attuando l’integrazione attraverso la
tolleranza. Tolleranza maturata e responsabile.
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