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gie, e non a caso gli abbandoni toccano in misura importante
le nuove cooptazioni...
Non possiamo consentirci di perdere altre energie: noi dob-
biamo accogliere persone dotate di apicalità nell’etica delle
professioni e degli affari, dobbiamo insomma valutare la su-
scettività ad assumere anche responsabilità apicali; la prova
di quanto sostengo è che tra i soci in posizioni “apicali” non
tutti sono dei rotariani osservanti o dediti in maniera appas-
sionata a fare service
La diversificazione delle classifiche rappresentate nei Club e
una bilanciata presenza di donne e giovani possono essere sti-
molo per una crescita dei Club in termini di capacità proget-
tuali e affiatamento, per “Vivere il Rotary, cambiare le vite”?
Non ho dubbi che tutto ciò sia vero: in tutte le organizzazioni
fondamentali che devono avere i rotariani: tra queste evi-
denzierei la propensione al servizio, la specchiata presenza
sociale e l’autorevolezza etica nello svolgimento delle pro-
fessioni e degli affari nella società. I giovani, poi, non vanno
trattati con distacco, ma bisogna stare insieme a loro, ascol-
tare i loro problemi, le loro ansie condividendole e cercando,
insieme, di superarle. Non dobbiamo fare dei nostri club
giovanili una “riserva indiana”, ma dobbiamo coinvolgerli
nelle nostre azioni di servizio come momento di confronto e
presenza nel sociale.
Un uomo di 44 anni – età in cui diventavano presidente John
Kennedy, e premier Tony Blair e David Cameron - nel Rotary
è un giovane che muove i primi passi e raramente è chiamato
a ricoprire responsabilità apicali. Rischiamo di perdere ener-
Ingegnere Civile, Professore e Preside di
Facoltà d’Ingegneria, grande esperienza
in ambito architettonico e urbanistico,
coordinatore di Dottorato in Ingegneria
Edile. Rotariano dal 1987 nel Club di
Potenza, dal 1991 è socio fondatore del
RC Bari Castello che ha anche presiedu-
to. Per tre anni ha guidato la Commissio-
ne distrettuale RYLA. Due PHF.
RENATO CERVINI
