INCONTRI
Le persone raccontano di quanto tu sia tenace nel tuo lavoro,
quasi da farlo diventare un’ossessione.
Preferisco dire “specializzata”. Ma si, ne sono ossessionata.
Amo le storie a lungo termine, e devi conoscere le persone per
farlo bene. Sono passata attraverso gli anni d’oro del giornali-
smo, quando c’era il lusso di avere tempo per fare bene il lavoro,
o di prendersi una pausa per farlo e finirlo. Non voglio farlo in
modo mediocre. Non credo di avere un talento speciale; lavoro
duro cercando di mettermi nei panni delle persone e mostrare la
storia dalla loro prospettiva. Per questo ci vuole tempo.
Qual è il tuo consiglio per i fotografi dilettanti?
Non c’è niente di vero in ciò che si cerca di schematizzare. Deve
essere nei tuoi occhi, nella tua mente, nel tuo cuore. È questo
ciò che rende vere le fotografie. Devi solo aprire i tuoi occhi.
Ogni tanto si ha una visione ristretta: hai una cosa in testa e vor-
resti tirarne fuori una foto. A volte l’immagine di completamento
migliore è il riflesso, non la cosa che realmente hai di fronte.
Girati e guarda cosa sta per accadere. Potrebbe essere potente.
Apri i tuoi occhi e la tua mente. Cerca di sentire ciò che sente
chiunque altro.
Fai delle foto quando sei in vacanza o ti riposi?
Quale vacanza? Una volta sono stata alle isole Galapagos, do-
po aver fatto un seminario sulla fotografia in Ecuador. È stato
fantastico e ho scattato moltissime foto divertenti. Ma ho speso
la maggior parte della mia vita non cercando di non fare foto
personali, della mia famiglia e dei miei animali, perché se usavo
la macchina fotografica mi sembrava di essere al lavoro. Adesso
che ho perso la mia famiglia me ne pento. Le foto sono molto
importanti. Mi sarebbe piaciuto farne di più. Quando mia mam-
ma divorziò dal mio patrigno, gettò via i miei vecchi negativi.
Avrei potuto piangere. C’era uno scatto di Elvis in uno dei suoi
ultimi concerti. Oggi mi piacerebbe poterla rivedere.
Quanto la tua devozione al lavoro influenza le tue relazioni
personali?
Quand’ero giovane, correvo costantemente da una storia all’al-
tra, vivendo indirettamente attraverso gli altri. Poi anni fa ebbi
un tracollo, dopo essere stata in Kosovo. Ogni cosa ne venne
coinvolta, ed ebbi un brutto risveglio, per aver soppresso i miei
sentimenti con tutte le brutte cose che avevo visto nel mio
lavoro.
SOTTO
Un giovane ragazzo stringe tra le
sue mani l’elmetto distrutto di un vigile del
fuoco morto nel World Trade Center, l’11 set-
tembre 2001.
A DESTRA
Al memoriale
messaggi proclamano l’amore per un padre
che non vedrà crescere i suoi figli.
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ROTARY
giugno 2013
L’oggettività
NON ESISTE
.
Puoi tentare di essere
giusto, onesto e sincero,
ma non potrai
MAI
essere
completamente
OGGETTIVO
.