Rotary | Settembre 2013 - page 50

FOCUS
/ OBIETTIVI DEL MILLENNIO
I firmatari del protocollo ora sperano di completare la ratifica
universale di tutti gli emendamenti del Protocollo stesso.
La mancata ratifica di tutti gli emendamenti entro la fine
dell'anno potrebbe portare all'imposizione di sanzioni com-
merciali ai non firmatari, che prevedono la preclusione alle
forniture di HCFCs, necessari per una misurata, e progressiva
eliminazione.
Per le altre principali categorie di sostanze che distruggono
l'ozono, la fase di eliminazione è agli sgoccioli. Le parti ora
stanno prestando maggiore attenzione alle piccole classi di
utilizzi esentati dalla normativa, attraverso un migliore mo-
nitoraggio o segnalazioni, al fine di individuare ed eliminare
gradualmente anche gli usi che ad oggi non hanno alter-
native per la protezione dell’ozono. In discussione ci sono
anche la gestione ecologicamente sicura e la distruzione
delle sostanze che riducono l'ozono, come ad esempio quelle
contenute nelle scorte obsolete degli impianti ormai fermi.
L’OBIETTIVO: RIDURRE LA PERDITA DELLA
BIODIVERSITÀ RAGGIUNGENDO ENTRO IL
2010 UNA SIGNIFICATIVA RIDUZIONE NEL-
LA PERCENTUALE DI PERDITA
LA BIODIVERSITÀ CONTINUA A MANCARE,
ANCHE SE MOLTE AREE DELLA SUPERFI-
CIE TERRESTRE SONO PROTETTE
Entro il 2010, le aree protette copriranno il 12,7% delle
terre emerse del mondo, ma tale protezione sarà estesa solo
all’1,6% del totale della superficie dell'oceano.
Dal 1990, le aree protette sono aumentate in numero fino al
58%, e nella loro estensione fino al 48%.
Ma la crescita è variata notevolmente tra i paesi e territori. Le
aree terrestri protette sono raddoppiate tra il 1990 e il 2010
in 59 dei 228 paesi monitorati, e le aree marine protette sono
raddoppiate in 86 dei 172 paesi monitorati.
In controtendenza però, è il dato della crescita tra lo 0% e
l’1% che è stata riscontrata nel sistema di aree terrestri pro-
tette di 54 paesi, e nel sistema di aree marine protette di 35
paesi del mondo.
Nonostante la loro relativamente piccola estensione, le aree
marine protette sono cresciute a un ritmo più veloce rispetto
a quelle sulla terraferma. Il grado di protezione è aumentato
soprattutto nelle acque costiere distanti 12 miglia nautiche,
dal 3,1% del 1990 al 7,2% nel 2010.
I SITI PIU’ IMPORTANTI PER LA CONSERVA-
ZIONE DELLE SPECIE RIMANGONO SENZA
PROTEZIONE
Una nuova ricerca ha confermato che aree protette opportu-
namente situate sono in grado di ridurre i rischi di estinzione
delle specie. Ma nonostante l’0incremento di queste aree, la
metà dei siti terrestri più importanti del mondo per la conser-
vazione della specie rimane senza protezione.
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