Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 66

Singh. "Lo stato di salute dell'economia e della società si
basa nella salute di questa generazione".
L'India ha approvato una legge per combattere la fame e ha
cominciato a sovvenzionare la distribuzione di cibo, ma que-
ste azioni da sole hanno fatto poco per migliorare la sopravvi-
venza dei bambini e la loro salute. Invece, gli interventi che
si stanno dimostrando più efficaci sono anche i più semplici
ed economici: insegnare alle future mamme come prendersi
cura di se stesse e dei loro bambini.
Il Community Empowerment Lab, fondato da Vishwajeet Ku-
mar, un medico specializzato in salute neonatale e infantile
presso la Johns Hopkins University di Baltimora, ha contribu-
ito a insegnare alle donne nel villaggio di Sushman. Il grup-
po, conosciuto dagli abitanti del villaggio come Saksham, la
parola hindi per Empowerment, ha il suo centro nello stato
indiano dell'Uttar Pradesh, dove i tassi di mortalità infantile
sono tra i più alti della Nazione.
Kumar alza la mano destra e con le sue ampie dita mi spiega:
"ci sono cinque segreti del successo."
"Uno, amore. Due, calore. Tre, latte materno. Quattro, igiene.
Cinque, cura – riconoscere i sintomi di quando il bambino è
malato e andare dal medico. Queste sono cose che possono
fare tutte le mamme".
Quando Kumar ha iniziato a lavorare in Shivgarh nel 2003,
quasi tutti i bambini che nascevano avevano problemi di
sviluppo. È venuto a conoscenza di pratiche tradizionali e
superstizioni che avevano un impatto devastante sui nasci-
turi. La maggior parte delle donne partorivano i loro bambini
a casa in condizioni antigieniche, lavavano i bambini, e poi
li lasciavano da soli fino ad un'ora, a volte di più. Si pensava
che tale rito allontanasse gli spiriti maligni, ma esponeva
anche i bambini a ipotermia. In alcuni casi l'allattamento al
seno non aveva inizio subito e, spesso, si attendevano anche
più giorni - il latte materno era considerato impuro e scartato.
"La maggior parte delle morti infantili potevano essere pre-
venute", riposta Kumar, "ma le comunità non hanno pensato
che il cambiamento fosse necessario. Hanno pensato che i
morti fossero dovuti al fato. Abbiamo dovuto spezzare questa
catena di fatalismo".
AREE DI INTERVENTO
66
ROTARY
dicembre 2014
Sushma e suo figlio, Sunny, in India.
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