Rivista Rotary | Settembre 2014 - page 31

31 pensiero filantropico
A metà degli anni ottanta, Bill Benter non s’interessava di
ciò che lo circondava. Era, piuttosto, occupato a scrivere un
programma e a crearne i database. Il programma poteva ela-
borare 70 variabili di qualunque cavallo iscritto a una corsa.
Rielaborava così un modello statistico delle corse e restituiva
quote molto realistiche sui cavalli vincenti.
Era assorbito così tanto dal suo lavoro, che lasciò Pittsburgh
per spostarsi a Hong Kong, semplicemente perché gli ippo-
dromi locali gli davano una migliore opportunità per sviluppa-
re la sua idea. Là Benter si procurava la sua paga: lui e il suo
socio scommettevano sui risultati che il computer restituiva
come migliori. E divennero dei vincenti.
Più affinavano il modello più le loro vincite aumentavano.
“Era una mole immensa di lavoro, ma il profitto era perfetta-
mente legale. Dal 1996 questo business divenne un sostan-
ziale successo.”
Ma Benter aveva pochi amici. Non era un compagnone di
natura e per di più era in un Paese straniero. “Ero fuori da
qualunque comunità. Le mie interazioni erano solamente con
uno schermo di computer. Non avevamo clienti o collabora-
tori, per cui la mia opportunità di interazioni con gli altri era
nulla.”
Così il suo legale l’ha invitato a unirsi al Rotary Club Kowloon
North. L’idea non attirava molto Benter. “Non sono un tipo
da club” afferma Benter, ma quando fu invitato per la se-
conda volta, accettò. Accettando quell’invitò, Bill entrò così
nella spirale filantropica che divenne la sua vita, a partire dal
1996. Lui la chiama la “grande magia misteriosa del Rotary.”
“C’è un gruppo di persone che apprezza il tuo buon lavoro,
unito al potere del buon esempio. Vedi attorno a te attività a
favore degli altri in tutto il mondo Rotary.”
Decise però di lasciare un tratto più profondo nel suo per-
corso nel Rotary, così inizialmente lavorò con il Rotary Club
Macau per costruire delle scuole nella Cina sud-occidentale,
questo lo fece sentire, inaspettatamente, pieno di una forza
che non aveva mai conosciuto prima nella sua vita.
Divenne come una dipendenza. “Come fa il Rotary a scatena-
re ciò nelle persone?”
Scoprì poi che questa sensazione era stata analizzata scien-
tificamente.
PENSIERO FILANTROPICO
perchè fare del bene aiuta a star bene
Anatomia cerebrale: alla base del volontariato non c'è solo la spinta umanistica. Scopriamo i meccanismi propulsivi del service.
CERVELLO E FILANTROPIA
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