Rivista Rotary | Giugno 2015 - page 38

OPINIONI
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ROTARY
giugno 2015
Senza alcun dubbio la situazione migliore la vivo, quando mi
è data la possibilità di sedere in silenzio alla mia scrivania in
compagnia di fogli bianchi su cui fermare le mie riflessioni
con calma, centellinandole una per una, snocciolando, senza
fretta, pensiero su pensiero, secondo un filo logico dettato,
ancora una volta, dalle emozioni.
Sono rotariana ormai da 15 anni e conservo l’entusiasmo dei
primi tempi con una sorprendente capacità di resistere, nono-
stante le trasformazioni, a volte non condivise, che stanno av-
venendo nel nostro sodalizio e che portano inequivocabilmente
a delle riflessioni.
La vita di un individuo è un susseguirsi continuo di cimenti nei
quali il successo è spesso determinato dal fatto di riuscire a
ottenere risultati migliori rispetto ad altri: la vita e i traguardi
di un rotariano non sono da meno.
Non dimentichiamo che due tra gli atteggiamenti più significa-
tivi della società in cui viviamo e operiamo sono il merito e la
competizione, e i rotariani non ne sono immuni .
Parlare di merito significa ricordarsi che esso è legato al prin-
cipio in base al quale il successo di una persona è attribuibile
alle capacità della stessa: ciascuno è artefice del proprio
destino. Però tale principio necessita di una condizione tanto
importante quando imprescindibile: l’uguaglianza delle oppor-
tunità. Mi spiego meglio. A tutti deve essere data la possibilità
di competere ad armi pari: solo in questa maniera si fornisce
l’opportunità al migliore di primeggiare e di riuscire.
Nell’associazionismo o nei sodalizi, intesi come comunanza di
vita e convivenza amichevole, che significato ha dire che solo
i migliori o le eccellenze devono emergere? I migliori per chi?
I più adeguati per chi? I più efficaci per chi?
Se ci fossero in un individuo doti naturali, esse non sarebbero
meritate ma fortuite, mentre la capacità di fare uno sforzo,
quello si, sarebbe tanto apprezzabile quanto encomiabile.
Conta di più, nella valutazione del merito, il risultato fortuito
ottenuto o lo sforzo compiuto per ottenere quel risultato?
È encomiabile più un talentuoso privo di forza di volontà o un
non-talento dalla volontà di ferro?
RIFLESSIONI SUL MONDO ROTARIANO
associazionismo, merito, competizione e dintorni
Esiste merito senza successo, ma non esiste successo senza qualche merito. François de la Rochefoucauld.
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