Rivista Rotary | Giugno 2015 - page 40

OPINIONI
40
ROTARY
giugno 2015
Fine anni 40 o giù di lì. Un giovane studente della Facoltà di
Medicina di Milano si stava dibattendo tra la frequenza alle
lezioni, l'impegno allo studio e un tacito accordo con i suoi
famigliari sulla necessità di non gravare troppo sulle risorse
economiche della famiglia impoverita dalle recenti traversie di
una guerra non voluta, ma poi per liberarsi di una dittatura che
aveva poi mostrato i suoi lati più disumani.
E così, con qualche lezione a compagni in difficoltà, si era
riusciti ad andare avanti in modo decoroso.
Tra questi compagni ve n'era uno, un poco più giovane, che
coltivava una vera passione per la medicina ma dopo una
faticosa maturità arrancava nella palude dei nostri esami più
impegnativi: anatomia, istologia, fisiologia.
Con la testa proprio non ci stava ma con il mio aiuto arrancava
un po' meno. Conobbi suo padre. Una gran brava persona,
piemontese dell'alta Valsesia, che si era fatto tutto da solo e
aveva raggiunto l'importante ruolo di Direttore Commerciale
di un’importante azienda del settore cotoniero: la Cucirini
Cantoni Coats.
L'idea di un figlio medico rappresentava per la sua famiglia
un’affermazione sociale, un salto qualitativo da un ruolo origi-
nariamente impiegatizio ad uno professionale.
Era anche rimasto vedovo recentemente. Presi a cura questa
situazione e mi impegnai anche più del necessario a dargli
una mano.
Fin dal ginnasio, e anche tutt'ora, avevo un compagno di
scuola con il quale avevo stretto un'amicizia sincera di stima
e reciproca simpatia al quale un giorno raccontai di quel mio
impegno.
Questo mio compagno un giorno mi disse: debbo parlarne a
mio papà. Suo padre aveva alle spalle una lunga storia pro-
fessionale nel settore assicurativo del commercio dei “cotoni
sodi” (cioè del cotone naturale separato dai semi che non
abbia subito ulteriori trattamenti e importato dai luoghi di
produzione veniva destinato alla produzione di filati e tessuti)
e collaborava con una società
importatrice di questo mate-
riale. Tra i loro clienti non figu-
rava l'importante Cucirini Can-
toni Coats. Fu così che entrai a
far parte dei rappresentanti di
questa ditta importatrice per
la Cucirini.
Dovetti imparare a conoscere il
mondo dei cotoni sodi in tutti
i suoi aspetti ma soprattutto
dovetti imparare a far apprezzare la serietà della ditta impor-
tatrice, la bontà dei materiali ma anche la mia competenza.
Le cose andarono per il meglio, seppure nella limitatezza della
mia disponibilità di tempo e della prospettiva di questa mia
sicuramente temporanea attività.
Un pomeriggio, mentre in un corridoio della sede della Cuci-
rini parlavo col Direttore Commerciale, passò di lì un elegante
signore che mi fu semplicemente presentato: il signor James
Henderson, Presidente e Amministratore Delegato della Cuci-
rini Cantoni Coats.
Alto, di bell'aspetto, dal tratto signorile, in un abito scuro
soprastante una camicia bianca dal colletto inamidato termi-
nante con due punte rivolte verso il basso e circondato da una
cravatta nera, con molta semplicità e affabilità si informò della
mia attività nel settore dei cotoni sodi e dei prodotti che forni-
va la società per la quale lavoravo. Si discusse brevemente del-
le differenze tra i cotoni egiziani (Ashmouni e Karnak) e quelli
delle zone irrigue americane (Texas, Oklaoma e Arkansas) per
la produzione dei vari tipi di filati e mi incoraggiò a proseguire
e ad approfondire la conoscenza di un campo per molti aspetti
non solo interessante ma anche affascinante.
Così ho conosciuto uno dei fondatori del Rotary italiano e
penso di essere ormai l'unico ancora vivente ad avergli stretto
la mano.
LA TESTIMONIANZA
così ho conosciuto James Henderson
Un aneddoto su uno dei fondatori del Rotary in Italia.
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