Rivista Rotary | Maggio 2015 - page 22

SPECIALE PACE
Il movimento dei popoli dall’Africa e Medio Oriente è
inarrestabile?
L’emigrazione verso il mondo occidentale, di musulmani
e cristiani, tende ad aumentare in modo irreversibile; la
situazione sociale disastrosa è sfruttata scientemente da or-
ganizzazioni che hanno messo in piede una vera tratta degli
esseri umani.
Non era sempre stato cosi: tra il 19° e il 20° secolo milioni
di europei sono emigrati verso l’Africa, si sono stabiliti contri-
buendo sostanzialmente allo sviluppo economico e culturale
dei Paesi africani; senza radicarsi nel tessuto sociale, si sono
ritrovati espulsi ritornando nei loro Paesi di origine.
Dopo la seconda guerra mondiale i Paesi africani hanno
avviato una forte campagna di sviluppo demografico con il ri-
sultato, nell’arco di cinquant’anni, di triplicare il numero dei
loro abitanti provocando un cresciuto impoverimento. Nello
stesso periodo l’Europa è cresciuta economicamente con una
popolazione più ricca, anziana, stabile demograficamente; un
divario che i giovani africani cercano di colmare, esponendo
la popolazione occidentale cristiana, a un’invasione "pacifi-
ca" da parte di popoli molto lontani culturalmente con usi,
costumi e tradizioni diverse.
Nel recente passato, i mari e gli oceani, le grandi distanze
erano barriere naturali; ogni civilizzazione cresceva imperme-
abile, senza subire influenza esterna. L’incontro tra i popoli
attraverso le colonizzazioni e le guerre più che elemento di
ravvicinamento erano fattori se non di rigetto ma d’indiffe-
renza.
Un villaggio globale
Oggi, i mezzi di comunicazione hanno abbassato le barriere
fisiche fra le nazioni, incrementando i movimenti dei popoli.
La globalizzazione dei mezzi di comunicazione (TV, internet)
e la velocità dei mezzi di trasporto hanno ravvicinato fisica-
mente i popoli rendendo ancora più evidente le disuguaglian-
ze. L’umiliazione che ne consegue, sapientemente sfruttata,
ha degenerato il senso di revanscismo contro l’occidente ric-
co, colonialista prima, poi che trae beneficio dalle ricchezze
dei più poveri sotto la copertura dell’imperialismo economi-
co. Lo stesso sentimento di revanscismo non lo si riscontra
però contro i turchi che hanno dominato per oltre quattro
secoli l’impero ottomano sottomettendo i popoli a nome della
Umma. Il Cardinal Martini aveva segnalato che “l’islam non
solo fede personale, è realtà comunitaria molto compatta,
una parola d’ordine lanciata da qualche voce autorevole può
ricompattare e ricondurre a unità serrata”. A differenza del
cittadino europeo e in particolare dell’italiano, è da ricordare
che il cittadino arabo sia cristiano che musulmano, ha una
identità intimamente legata al suo credo religioso e alla sua
comunità prima ancora che allo stato di appartenenza.
Valori Universali e Diritti Umani
I venticinque Paesi più poveri del globo sono in Africa dove si
svolgono gravi genocidi, guerre tra etnie e comunità diversi,
la maggior parte hanno in comune la legge islamica sono
cresciuti in Paesi che non separano la religione dall'ordina-
mento dello stato e non è consentito che la libertà di scelta
religiosa possa rimanere un fatto personale. La maggior parte
dei migranti nonostante una mentalità di pregiudizi verso
l’Europa assimilata al cristianesimo, continua a preferirla
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ROTARY
maggio 2014
IL MOVIMENTOMIGRATORIO
fenomeno inarrestabile?
Analisi e riflessioni di Giuseppe Samir Eid, socio del RC Milano Sud-Est.
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