Rivista Rotary | Maggio 2015 - page 20

SPECIALE PACE
La società civile e le Istituzioni non possono rimanere silen-
ti: le stragi nel Mediterraneo sono la conseguenza diretta
di guerre cronicizzate e catastrofi umanitarie (per le quali
alcuni Paesi occidentali hanno grosse responsabilità), oltre
che di un sistema economico globale che condanna milioni
di esseri umani alla miseria, alla guerra, allo sfruttamento,
all’ingiustizia, alla diseguaglianza, all'emarginazione, all'e-
migrazione forzata e perfino allo schiavismo.
La debolezza, per non dire l'assenza, di sedi democratiche di
governo mondiale aumenta i rischi, tanto più a fronte della
crisi strutturale del capitalismo e dell’affermarsi di inquie-
tanti fondamentalismi. Mediterraneo sponda sud, Africa,
Ucraina, Siria, Israele, Palestina e, più generalmente, tutto
il mondo islamico mediorientale sono dentro uno scenario
complesso di guerre civili!
Ciò che sta accadendo chiama le Istituzioni internazionali e
nazionali ad azioni concrete di cooperazione e di modifica
del quadro normativo sulle migrazioni, volte a permettere al-
le persone dei Paesi d’oltre mare di pensare al proprio futuro
in condizioni di sicurezza e protezione.
Fermare il massacro è il primo obiettivo, non disgiunto da
ogni sforzo diplomatico perché si affermino nella sponda sud
del Mediterraneo governi capaci di venire incontro alle legit-
time aspirazioni delle popolazioni locali in termini di libertà
e rispetto dei diritti fondamentali.
Si tratta di una grande questione umanitaria e sociale, una
migrazione di genti su vasta scala dal sud al nord del mondo,
che ha ragioni profonde, non solo economiche e di ricerca di
migliori condizioni di vita, ma legate a più complesse dina-
miche geopolitiche (guerre, persecuzioni etniche e religiose,
fondamentalismi ecc.) e alla cronica incapacità delle au-
thority governative mondiali di svolgere al meglio l’esercizio
delle loro prerogative.
È evidente che tale situazione necessita di una serie di in-
terventi di governance politica su scala mondiale, europea e
nazionale, ma è altrettanto evidente che vi è anche bisogno
del concorso del sociale e del volontariato attivo, con par-
ticolare riferimento proprio al nostro Paese, che risulta più
direttamente e drammaticamente coinvolto.
Come rotariani non possiamo essere indifferenti, dobbiamo
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ROTARY
maggio 2014
CATASTROFE UMANITARIA
azione rotariana per il Mediterraneo
Rilancio dei valori solidali e giustizia sociale.
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