Rivista Rotary | Ottobre 2015 - page 25

restituire alla società in cui si vive e da cui si traggono anche
le proprie fortune, il proprio reddito, il proprio successo di
rispondere con un feedback espresso sotto forma di impegno,
di autorganizzazione, di associazionismo. È il modello che
aveva in testa Tocqueville quando raccontava la società ame-
ricana, una società in cui a livello di base spontaneamente
la gente si organizza. Questa è una funzione che secondo me
l’associazione deve svolgere e voi del Rotary lo sapete bene
perché questa è l’ispirazione del vostro agire nella società.
Il fatto di portare un evento in una situazione di traspa-
renza realizza di per sé una condizione di giustizia, di
raddrizzamento di cose storte, oppure occorre manife-
stare anche un’intenzione in più…
Sono due compiti diversi quello dell’informazione e quello
della formazione dell’opinione pubblica. Credo che il più im-
portante sia quello dell’informazione nel senso che normal-
mente diffido di quelli che si prefiggono come compito anche
nel nostro mestiere quello di raddrizzare le sorti dell’umanità.
Sono pericolosi quelli animati da un sacro fuoco, da un’idea
di giustizia per cui si mettono nella funzione di salvatori della
patria o di vendicatori dei torti: quelli che dicono “fiat justi-
tia et pereat mundus”. Questo possono farlo i capi religiosi
perché fa parte del loro lavoro, della loro missione. Quello del
giornalista è un lavoro più “laico”. Il suo compito è quello di
far vedere. Ecco perché abbiamo pubblicato la foto di quel
bambino morto sulla spiaggia: era rilevante l’interesse pub-
blico per far comprendere la gravità della situazione. Certo,
come dicevo, c’è poi anche una funzione di formazione ed è
per questo che i giornali in tutto il mondo occidentale hanno
anche commenti, editoriali, prese di posizione. Oggi c’è una
diffusa opinione a favore del fatto che i profughi siano ac-
colti. Questo è giusto, normale, però questo viene dopo. La
prima funzione è mostrare quello che accade. Le immagini
che lei ha richiamato andavano mostrate perché quella era
la realtà. E la gente deve conoscerla per farsene un’opinione.
Torniamo parlare del Rotary, anche perché questa no-
stra intervista è ospitata sulla rivista nazionale del Ro-
tary. Questo sodalizio, come lei ha percepito, è un enor-
me serbatoio di professionalità ed è anche un serbatoio
di progetti. Ma noi abbiamo spesso l’impressione che
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ROTARY E PROFESSIONALITÀ
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