ROTARY |
settembre 2011
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scambi politici ed economici, contano
gli scambi culturali. In una assise rota-
riana come quella, poi, non potevo non
fare cenno al ruolo del Rotary come
ambasciatore di pace
ed appellarmi
alla sua internazionalità, al suo DNA fat-
to di amicizia, tolleranza, solidarietà,
alla leadership e alla diversità professio-
nale, religiosa, sociale, politica dei suoi
soci, perché venissero maggiormente e
concretamente investite proprio nel
campo del
dialogo
.
Anche io allora
come oggi concordo nel dire che sicura-
mente sono altamente lodevoli le azioni
umanitarie rotariane per la Salute, la
Fame, l’Acqua, l’Alfabetizzazione, le ini-
ziative delle Borse per la pace, degli
Scambi dei Gruppi di Studio, dei Circoli
professionali, dei Gruppi di Azione Ro-
tariana, dei Comitati Interpaese (CIP),
perché tutte aventi come obiettivo fina-
le la pace nel mondo. Ma c’è un “però”:
il Rotary ha tante potenzialità da potere
e dover andare ben oltre nella promo-
zione della sua cultura dell’accettazione
delle diversità. E mi rivolgevo
in primis
ai Rotary dei Paesi del Mediterraneo,
area calda dalle mille contraddizioni,
dai perenni conflitti, dai tanti pregiudizi
e paure, da “
scontri di ignoranza
”,
piuttosto che da scontri di “
civiltà
”.
Mi
rivolgevo in particolare ai Rotary dell’I-
talia, “
molo naturale
del Mediterraneo,
Mario Greco con Carlo Azeglio Ciampi, e sotto durante il XXX
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