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ROTARY NEL MONDO
club, si è offerta volontaria per i lavori
di costruzione per tre anni. Ha fatto di
tutto; ha installato cartongesso e di-
pinto pareti, ha costruito mura ed ha
scavato pozzi neri, oltre ad imparare
a mescolare il “cemento messicano”:
un sacchetto di cemento e 87 pale di
sabbia. Ma la lezione più importante è
stata la forza interiore che si ottiene ri-
dando la speranza agli altri.
Ho potuto vedere in prima persona la
differenza che fanno i nostri proget-
ti nella vita delle persone. All’inizio,
quando le famiglie non avevano nulla,
tutti erano timidi. Adesso che hanno
una casa ci invitano ad entrare e si nota
il loro cambiamento di atteggiamento”,
ha affermato entusiasta Jolynn.
L’ex socio del Club di Agua Prieta, Juan
Dominguez, ha provveduto a mandare
la squadra proveniente dallo Utah a
soggiornare a Divina Providencia, un
orfanotrofio / centro per anziani, o in
una struttura vicino alla stazione di
polizia. Quattro anni fa, il capo della
polizia era stato ucciso mentre usciva
dalla stazione di notte. “Tutto questo ci
rattrista, ma non possiamo interrompe-
re il nostro lavoro”, ha affermato Carr.
La prima casa costruita era quella per
Cesar Delgado, sua moglie Francisca e
i loro tre ragazzi, che vivevano in una
baracca di lamiera e cartone.
Delgado ha le gambe paralizzate a cau-
sa di una ferita da arma da fuoco alla
schiena e l’unico lavoro occasionale
che ha consiste nella riparazione di au-
tomobili. La seconda è stata la piccola
casa di José Diaz e di sua figlia Alma
Delia, affetta da paralisi cerebrale che
è deceduta in seguito. Un’altra casa era
stata costruita per un sopravvissuto
alla polio. Lui era disabile, ma era riu-
scito a mantenere la sua famiglia lavo-
rando in una fabbrica del posto. La cli-
nica Wings aveva provveduto a dargli
una ginocchiera.
Poi c’è Angel, di 9 anni, nato con defor-
mazioni agli arti inferiori, non in grado
di camminare, con un solo braccio, che
usa con maestria per spostarsi. Un gior-
no aveva detto a sua madre, Alicia, di
voler stare alla stessa altezza dei suoi
coetanei. La storia di Angel fu portata
all’attenzione di Sander Nassan, un tec-
nico ortopedico di Scottsdale, in Ari-
zona, che offre volontariamente i suoi
servizi per i clienti della clinica Wings.
Nassan disegnò uno speciale supporto
ed un paio di gambe da attaccare all’al-
tezza delle anche.
Dopo essersi infilato l’apposito conge-
gno Angel era riuscito ad alzarsi per la
prima volta in vita sua. Barcollando e
cercando di trovare l’equilibrio, ave-
va raddrizzato la schiena e sorrideva.
Il tecnico gli aveva chiesto se volesse
essere più alto e lui rispose: “
Un po-
quito
”.
Dopo altri aggiustamenti, infine
esclama: “
!”.
Poche settimane dopo, Watkins e al-
cuni amici sono andati a casa di An-
gel per vederne i progressi. Il ragazzo
stava giocando e sua madre Alicia, en-
tusiasta di vedere i visitatori, li invitò
ad entrare nella sua nuova casa, tutta
in ordine, con lo stesso atteggiamento
che Carr aveva notato tra gli altri bene-
ficiari delle nuove case.
Watkins chiese ad Angel di mostrare
come usava le sue gambe nuove. Ali-
cia diede subito la protesi ad Angel
per farlo cambiare nella sua camera.
Pochi minuti dopo, gli ospiti sentirono
un tap-tap e videro emergere Angel,
un metro e 22 centimetri di statura, la
stessa altezza media di un bambino di
nove anni. Il suono era quello del ba-
stone di metallo colorato che batteva
sul pavimento di cemento. L’equilibrio
era sorprendentemente buono e la
sua concentrazione era intensa. Suo
fratello puntò una pistola giocattolo
contro Watkins, che alzò le mani in alto
per segnalare il gesto di arresa. Angel
scoppiò a ridere, interrompendo la sua
concentrazione per un attimo, ma ri-
manendo in piedi.
Guarda la storia di Angel sul sito
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