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ROTARY
marzo 2013
GRANDI TEMI
donne in un luogo di minore importanza e valore, ma, voglio
credere sia stata la convinzione che le donne non potevano e
non desideravano fare il lavoro pesante. Oppure, molto pro-
babilmente, può darsi che alcuni uomini erano così gelosi del
valore del loro impegno per il Rotary che non desideravano
condividerlo con le donne.
In entrambi i casi, il risultato è che una parte della nostra
società tende a escludere, senza un valido motivo, un’altra
parte. Nell’ambito del nostro sistema di classificazione tro-
viamo persone di ogni razza, colore, credo religioso, etnia e
di entrambi i sessi. Il nostro requisito più importante deve
essere che le persone che invitiamo a servire siano “persone
di integrità”. Abbiamo imparato che la presenza delle donne
nel Rotary aggiunge molto alla nostra capacità del servire.
Le donne possono svolgere e svolgono il loro lavoro a fianco
degli uomini e portano la loro esperienza nelle aule consiliari,
nelle trincee del lavoro, nelle negoziazioni finanziarie, e in
tutti quei campi in cui hanno riscosso tanto successo negli
ultimi 25 anni.
Sì, esiste una prospettiva dal punto di vista dei due sessi,
ma non si tratta di un punto di vista conflittuale. Susan B.
Anthony aveva preannunciato: “Verrà il giorno in cui l’uomo
tratterà la donna alla pari, non solo davanti al focolare, ma
nei consigli delle nazioni. E in quel momento, e solo allora, si
realizzerà il cameratismo perfetto, l’unione ideale tra i sessi,
che rappresenterà il punto più alto dello sviluppo della razza
umana”.
Dobbiamo trovare il tempo per guardare dentro di noi, per
scoprire dove nascono i nostri pregiudizi e come sbarazzar-
cene. Le generazioni più giovani sono più tolleranti perché
abbiamo insegnato loro - anche se non lo mettiamo in pratica
noi stessi - che esiste un’umanità comune, la cui generosità
non è segmentata in base a razza, credo, colore, sesso, età o
orientamento sessuale. In un recente Institute con un tema
dedicato alle generazioni più giovani, il titolo della presen-
tazione era “Rotary - Refresh” e faceva il verso all'atto di
ricaricare le pagine web. Siamo pronti a premere il pulsante
per ricaricare la nostra pagina?
Per quanto riguarda la diversità etnica, Margaret Mead, la
rinomata antropologa ha detto: “Se vogliamo ottenere una
cultura più ricca, ricca di valori contrastanti, dobbiamo rico-
noscere l’intera gamma delle potenzialità umane, e tessere
così un tessuto sociale meno arbitrario, dove ogni diverso
talento troverà il suo giusto posto”. In molti Paesi, abbiamo
di fatto una segregazione di razze, mentre in altri no, ma in
ogni caso le riunioni del Rotary sembrano essere costituite da
individui che sono simili piuttosto che diversi tra di loro. Man
mano che cresciamo, le nuove generazioni che sono abituate
a condividere il loro spazio con persone di diverso colore,
sessi opposti e differenti convinzioni, possiamo aspettarci
di vedere non solo tolleranza, ma anche spirito d’inclusione,
verso persone di diversa provenienza, il cui obiettivo comune
è Servire al di sopra di ogni interesse personale; un Rotary
rinnovato!
La famosa scrittrice cilena Isabel Allende aveva detto: “La
pace richiede che tutti stiano nel cerchio, che ognuno contri-
buisca alla sua interezza e inclusione”. Mahnaz Afkhami, un
difensore dei diritti umani di lunga data, ha detto: “Abbiamo
la possibilità di realizzare, se armati di buona volontà, una
comune società globale con una cultura condivisa di pace
che si nutre delle diversità etniche, nazionali e locali che
arricchiscono la nostra vita”.
Non facciamo più parte di piccole comunità residenziali. La
nostra comunità è il mondo. Noi rappresentiamo qui oggi,
in questo luogo, una comunità di più di 500 distretti, un
gruppo composto da individui così diversi; e noi usciremo da
questa sala con amici che vengono da posti di cui sappiamo
poco o niente. Noi siamo il mondo! Non possiamo sostituire
l’odio e la paura con l’apatia nei confronti del prossimo a cui
rivolgiamo un sorriso e che non esitiamo ad assistere con
le nostre azioni di beneficenza, ma a fianco del quale non
camminiamo.
Servizio genera orgoglio, e perché dovremmo negare le oppor-
tunità agli altri, anche se abbiamo bisogno del loro aiuto di
fronte alla mole di lavoro che c’è ancora da fare? Possiamo
anche aiutarli ad aiutare sè stessi, incoraggiandoli a pescare
al nostro fianco. Il verso di una canzone di Michael Jackson
dice: “Fai un po’ di spazio, rendi il posto migliore, guarisci il
mondo”. La pace è il nostro obiettivo, cominciamo dai nostri
cuori. Noi siamo il mondo!
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