29 grandi temi
GRANDI TEMI
LA FAMIGLIA DEL ROTARY
J
ETTA
B
URTON
,
C
ONIUGE
DEL
P
RESIDENTE
ELETTO
DEL
RI
P e r me e
Ron, il Rota-
ry è una fa-
miglia; una
stupenda e
grande fami-
glia di cui
siamo orgo-
gliosi di fare
parte. E più
abbiamo fat-
to tesoro di
questa famiglia negli anni, più sono
stati i benefici che abbiamo ricevuto.
Nel 1983, quando Ron era il presiden-
te entrante del suo Rotary club, abbia-
mo deciso di combinare il Congresso
RI con una vacanza familiare, e ci sia-
mo recati a Toronto. Fino a allora, i
nostri figli non avevano visto molto
dell’aspetto internazionale del Rotary.
Una sera, a cena, ci siamo seduti con
un gruppo di Rotariani giapponesi. Un
signore parlò ai nostri bambini della
celebrazione della Giornata dei bambi-
ni in Giappone e diede loro delle mani-
che a vento a forma di carpa, che per
tradizione vengono fatte svolazzare
quel giorno fuori casa. Le abbiamo
ancora, e sono un souvenir prezioso di
quella bella serata. Quello stato un
momento in cui l’internazionalità del
Rotary diventata reale, perché
quest’uomo giapponese, prima di par-
tire per Toronto, aveva messo nella va-
ligia dei regali per i bambini della fa-
miglia del Rotary che sapeva avrebbe
incontrato. Lui fa parte della nostra
famiglia Rotary ancora oggi. Qualche
anno dopo, abbiamo ospitato una
squadra del Gruppo scambi di studio
dall’Australia, e abbiamo dato il ben-
venuto a Steve nella nostra vita. Steve
era il proprietario di un ranch con alle-
vamento di pecore del New South Wa-
les. Parlava in modo diverso dal no-
stro, e all’inizio i bambini non
riuscivano a capirlo. Ma presto comin-
ciarono a comprenderlo. Steve sapeva
suonare il piano a orecchio. Bastava
accennargli la melodia di una canzone
che lui riusciva poi a suonarla benissi-
mo. Era una cosa affascinante per tut-
ti noi, e i bambini non facevano altro
che pensare a canzoni da far suonare a
Steve. Meno male che era un uomo
paziente che amava i bambini! Una
sera, i bambini mi dissero a proposito
di quest’uomo che veniva dalla parte
opposta del mondo: “È proprio come
noi!”. Che bella rivelazione! Entrambi i
miei figli si misero a piangere davanti
a casa mentre lui andava via. Steve e
gli altri membri della squadra SGS che
ho incontrato fanno parte della mia
famiglia Rotary. Poi è arrivata Nai, una
giovane donna di Taiwan, studentessa
presso l’University of Oklahoma, inte-
ressata a una borsa di studi sulla pace,
che venne riferita a Ron. Il Rotary Club
di Norman, Oklahoma, ed il nostro di-
stretto decisero di sponsorizzarla. Ab-
biamo veramente conosciuto Nai men-
di Paul Harris, hanno trasmesso lo spirito umanitario del
Rotary attraverso progetti d’azione interna e internazionale
di spicco, adesso fanno parte di oltre 34.000 club. L’idea
rotariana, come quando gettiamo un sasso nello stagno, si
è allargata, da Chicago fino ad arrivare all’ultima nazione, il
Bhutan, portando l’organizzazione a raggiungere oltre 200
Paesi e aree geografiche, con circa 1,2 milioni di soci com-
plessivi.
Il concetto della famiglia Rotary non è un’idea nuova, ma una
vecchia usanza, l’interazione dei Rotariani, e riceve la sua
definizione dall’enfasi presidenziale dell’anno 2003-2004.
Il Rotary molto più del semplice progresso o avanzamento
personale e professionale. Tutti i club si adoperano per
promuovere la diversificazione dell’effettivo, ma altrettanto
importante il bisogno di incoraggiare relazioni personali
simili a quelle delle famiglie. I club dovrebbero sostenere i
soci che stanno avendo problemi, rispondere alle famiglie
colpite da lutti, seguire i soci che smettono di andare alle
riunioni, e far sentire parte della famiglia i nuovi soci. Per
mettere l’accento sull’importanza delle relazioni personali,
nel 2003, il Consiglio centrale del RI ha designato dicem-
bre come il Mese della Famiglia.
Alcuni club organizzano conversazioni intime a casa di
Rotariani e invitano i nuovi soci per fare da mentori in un
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