PROGETTI E IDEE
          
        
        
          55  progetti e idee
        
        
          
            OSSIDAZIONE SUPERCRITICA
          
        
        
          
            Una risposta a… caldo
          
        
        
          Quando la fiamma si sviluppa nell’acqua? A prima vista,
        
        
          potrebbe suonare come un koan, oppure come un quesito di
        
        
          magia per Harry Potter. Esiste tuttavia una risposta scientifi-
        
        
          ca: se l’acqua viene riscaldata oltre i 374 gradi Celsius e vie-
        
        
          ne sottoposta a una fortissima pressione (superiore a 1000
        
        
          chili per centimetro quadrato) diventa un fluido supercritico.
        
        
          Ciò significa che ha una densità inferiore all’acqua allo stato
        
        
          liquido, ma superiore al vapore. La temperatura e la pressio-
        
        
          ne elevate creano una reazione di combustione. (La maggior
        
        
          parte delle pentole a pressione raggiunge solo 200 gradi). E
        
        
          quando si verifica la reazione di combustione, la fiamma si
        
        
          sviluppa nell’acqua.
        
        
          Si tratta di un processo base, conosciuto come ossidazione
        
        
          supercritica dell’acqua, che per decenni è servito a pulire
        
        
          ogni genere di schifezze, armi chimiche comprese. I ricerca-
        
        
          tori della Duke University e dell’Università del Missouri han-
        
        
          no collaborato (grazie alle sovvenzioni della Fondazione Bill e
        
        
          Melinda Gates) allo sviluppo di un processo di produzione
        
        
          di acqua pulita da rifiuti umani, mediante
        
        
          ossidazione supercritica dell’acqua.
        
        
          Il sistema, fermo alla fase di prototipa-
        
        
          zione, può essere inserito in un
        
        
          container di spedizione da
        
        
          6 metri. Un villaggio di
        
        
          1.200 abitanti dovrebbe riuscire a vuotare le proprie latrine,
        
        
          ottenendo acqua inodore da impiegare in svariati modi, tra
        
        
          cui l’irrigazione e la lavanderia. I ricercatori hanno utilizzato
        
        
          per i test di laboratorio feci sintetiche (adattando un conteni-
        
        
          tore sviluppato dalla NASA e contenente pasta di miso, lieviti
        
        
          da panificazione e olio). “Non appena in grado, passeremo
        
        
          alla sperimentazione sul campo utilizzando rifiuti veri e pro-
        
        
          pri”, afferma Marc Deshusses, direttore del programma di
        
        
          ingegneria delle energie della Duke.
        
        
          Deshusses si è ripromesso di bere pubblicamente un bicchie-
        
        
          re d’acqua prodotta con il prototipo realizzato nel campus,
        
        
          pur essendo consapevole che quest’impresa non convincerà
        
        
          necessariamente gli altri a fare lo stesso. “Esiste un’enorme
        
        
          barriera psicologica quando si afferma: «Facci avere la tua
        
        
          cacca e ti daremo acqua da bere»”.
        
        
          S
        
        
          andra
        
        
          S
        
        
          wanson