 
          
            MICROCREDITO
          
        
        
          22
        
        
          ROTARY
        
        
          marzo 2014
        
        
          A questo punto devono sorgere spontanee delle domande: in
        
        
          Italia il microcredito serve? Realmente il cittadino italiano ha
        
        
          bisogno di piccoli finanziamenti per sviluppare, intraprendere
        
        
          o far evolvere la propria attività?
        
        
          A queste domande non si può che rispondere con un deciso
        
        
          sì, e ad affermarlo sono i dati. Nel rapporto di ottobre 2013
        
        
          dell’ENM, sulla realtà del microcredito in Italia nel 2012 di-
        
        
          versi dati confermano queste risposte. I microcrediti concessi
        
        
          sono passati dai 5.493 del 2011 ai 7.167 del 2012 con un
        
        
          aumento del 30,5%, di contro però l’ammontare stanziato è
        
        
          aumentato solo del 9%, infatti nel 2012 furono stanziati 63
        
        
          milioni di euro a fronte dei circa 58 milioni del 2011.
        
        
          Un altro dato importante riguarda le due categorie di richie-
        
        
          denti: sociale e auto impiego. Gli interventi di carattere socio
        
        
          assistenziale a cui appartengono i finanziamenti della prima
        
        
          categoria sono i più numerosi nel 2012 e sono il 73,9% del
        
        
          totale. Questo sottolinea lo stato di crisi di molte famiglie
        
        
          italiane che sono costrette a ricorrere a piccoli prestiti d’ono-
        
        
          re per condurre una vita dignitosa. I prestiti sono di importi
        
        
          contenuti e di media si aggirano sui 5mila euro.
        
        
          L’altra categoria, microcrediti per finalità lavorative, sono
        
        
          invece solo il 26,1% del totale ma assorbono ben il 59,1%
        
        
          dell’ammontare stanziato per i finanziamenti. I prestiti, in
        
        
          questo caso, sfiorano mediamente i 20mila euro e purtroppo
        
        
          solo il 37,3% dei richiedenti riesce a ottenere il microcredito
        
        
          richiesto. Questo forse per una visione ancora troppo legata al
        
        
          sistema tradizionale di finanziamento e più significativamen-
        
        
          te alla penuria dei finanziamenti pubblici e alle ancora poco
        
        
          numerose banche etiche operanti sul territorio.
        
        
          Nonostante il debole sforzo profuso dagli enti statali il ri-
        
        
          sultato dal punto di vista occupazionale ed economico è
        
        
          molto significativo, infatti su 100 utilizzatori di microcredito
        
        
          finalizzati all’attività lavorativa gli occupati complessivi sono
        
        
          243. Questo importante dato sta dando il via a nuovi progetti
        
        
          regionali di microcredito, che però solo in poche eccezioni
        
        
          hanno il loro focus sul mondo lavorativo. É poi significativa
        
        
          la totale assenza d’impegno di regioni molto sviluppate quali
        
        
          la Lombardia, il Veneto e L’Emilia Romagna che non hanno
        
        
          ancora messo in campo nessun progetto di prestiti di fiducia
        
        
          anche in un ottica di impiego giovanile.