Rivista Rotary | Settembre 2015 - page 44

La pittura e l'architettura, in virtù delle loro tracciabilità
iconografiche, si prestano facilmente a definire i confini di
epoche storiche: l'Angelus Novus di Klee/Benjamin segna, in
qualche modo, l'inizio della modernità, mentre la nascita, nel
‘72, di un nuovo quartiere di St Louis (USA), segna, secondo
l'architetto J. Charles, la fine dell'architettura moderna e
l'avvento del così detto postmodernismo con le forme accat-
tivanti del “populismo estetico”. Di fatto, il modernismo si
colloca dalla fine del settecento-inizi ottocento, fino agli anni
settanta, quando J.F. Lyotard con la sua opera “La condizione
post moderna” descrisse, con un termine non sempre accet-
tato, il postmodernismo che, da allora, si sta protraendo fino
ai nostri giorni.
Dunque, il Rotary che è nato a Chicago nel 1905, ha messo
le ali in piena era moderna e, se si legge attentamente la
biografia di Paul Harris, ci si rende conto come il personaggio
racchiudesse in sé tutti i principi ispiratori dell'epoca: un
forte idealismo razionale di stampo hegeliano, la coscienza
del sociale, la convivenza civile al di là delle religioni e delle
divisioni politiche, un alto senso del riformismo democratico,
il credo nella storia e nel suo progresso, l'aggregazionismo
rivolto al service. Tutto ciò, unito a una forte caparbietà e
al fortunato incontro con personaggi motivati come A. F.
Sheldon e Chelsey R. Perry, portò alla nascita di nuovi club
nel resto del mondo, con l'organizzazione, il prestigio e i
risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E così il Rotary ha
navigato serenamente, per più di cento anni in questa nave
del modernismo, arricchendola come solo un quadro d'autore
può fare: un prezioso valore dinamico che ha reso in termini
di aiuti umanitari, pace e cultura. Purtroppo ogni bonaccia
nasconde quegli elementi che prima o poi si scatenano per
trasformarsi in tempesta: il modernismo, infatti, ha nutrito e
fatto crescere nel suo grembo anche spinte contrarie e disgre-
ganti, correnti irrazionaliste, che non sono mai scese a patti
con la società borghese, aborrendo quella massificazione
priva di autodeterminazione ed esaltando il “soggettivismo”,
mettendo al centro della storia il singolo individuo che con
la sua volontà deve cambiare il corso della storia dando un
senso al mondo che lo circonda (Husserl). Così facendo, si è
lasciato, tuttavia, spazio anche allo sfruttamento degli aspetti
ROTARY E MODERNITÀ
Un'analisi e un invito alla nostra associazione
La storia rotariana non è finita.
OPINIONI
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ROTARY
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