Rivista Rotary | Settembre 2015 - page 42

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ROTARY
settembre 2015
diversa organizzazione nei cicli di produzione e lo sviluppo
tecnologico potrebbero assolvere alle richieste alimentari di
una popolazione incrementata, ma poco si potrebbe fare sul
versante della distribuzione, un problema tutto politico.
Abbattere gli sprechi è un imperativo categorico non solo in
alimentazione ma a livello generale. Il riutilizzo dei rifiuti, la
formazione di nuove materie prime seconde, introducono il
tema dell’economia circolare che implica l’utilizzo di tutto
ciò che è ancora utilizzabile dopo il primo uso. L’intento è
di creare nuove alternative al fossile ma anche una nuova
indipendenza energetica in una società e con imprese più
virtuose.
Smart grid per la generazione distribuita di energia, smart
city per un uso più razionale delle risorse nei servizi pubblici
e soprattutto smart building.
Dobbiamo iniziare a vivere in edifici a energia zero, autosuf-
ficienti al 100%. In Austria, entro il 2025, per legge tutti gli
edifici di nuova costruzione dovranno essere a energia zero.
Vuol dire usare nuovi materiali, nuove forme di isolamento,
nuovo design, nuovo orientamento, che faccia in modo che
l’energia non si debba consumare. Secondo alcuni relatori
non è quindi importante l’origine, che sia solare o che sia
fossile, semplicemente bisogna creare le condizioni perché
i consumi di energia non siano significativi. Non dobbiamo
smettere di utilizzare i combustibili fossili perché sono in
esaurimento, anzi la loro fine sembra sempre più lontana e
i loro costo non sta avendo l’aumento che il Club di Roma
prevedeva. Dobbiamo smettere di usarli perché cambiando
il nostro stile di vita o non serviranno o saranno sostituiti da
energie rinnovabili.
Alcuni relatori centrano la sostenibilità proprio sull’uomo. Un
nuovo umanesimo, così è stato definito, dove l’uomo torni
al centro, con la consapevolezza che i suoi comportamenti
e le sue scelte sono all’origine dei cambiamenti. L’antro-
pizzazione evidente in tutte le statistiche e le osservazioni
degli scienziati, richiede che per cambiare il nostro futuro
per prima cosa deve cambiare l’essere umano stesso e i
suoi comportamenti. L’uomo sta trasformando il pianeta, ad
esempio impoverendo enormemente gli oceani con metodi
di pesca sempre più invasivi o deforestando selvaggiamente.
Si accentua cioè l’idea che proprio i comportamenti umani
determinano le sorti del pianeta.
Da tutti viene auspicato che i processi di produzione ri-
sparmino materiali scarsi non riproducibili e considerino il
costo/valore delle risorse naturali. Anche se è ancora difficile
assegnare valori monetari alle risorse non finanziarie, l’UE,
con la promulgazione della direttiva sulle informazioni non
finanziarie, obbliga a un attento esame delle risorse intangi-
bili richiedendo una rendicontazione integrata dell’attività di
impresa. L’integrazione consiste, cioè, nella formulazione di
un bilancio di esercizio in cui informazioni finanziarie, am-
bientali e sociali vengano considerate tre pilastri di un unico
prospetto informativo.
Tra tre mesi il mondo si darà degli obiettivi di sviluppo so-
stenibile. A fine settembre a New York, alle Nazioni Unite,
si discuteranno i nuovi Sustainable Development Goals e per
Marino Gatto, Professore Ordinario di Ecologia
Domenico Siniscalco, Vice Presidente Morgan Stanley
AERA
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