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IL ROTARY E LA SOLIDARIETÀ
È possibile oggi la solidarietà in una società divenuta “li-
quida”, segnata dal rischio, dilatata nel globale? I principi
che la sostengono sono da considerarsi cancellati dalla
post-modernità? L’attuale processo di globalizzazione si è
rivelato profondamente dannoso e ingiusto per l’umanità,
producendo effetti perversi e destabilizzanti, quali la
deregu-
lation
, l’esautoramento della politica, l’abolizione del
Welfare
State
, la privatizzazione sfrenata, la crescita scandalosa delle
disuguaglianze tra ricchi e poveri, l’estrema precarizzazione
del lavoro dipendente, la caduta della speranza progettuale.
La solidarietà è un valore difficile da attuare in un mondo in
cui la libertà del mercato, spinta alle estreme conseguenze
dal liberismo sfrenato, legittima avidità ed egoismo. La spe-
ranza è fondata sulla consapevolezza che la tutela dei diritti
individuali e collettivi può impedire che tutto sia soggetto alla
legge "naturale" del mercato.
La globalizzazione, se radicalmente reimpostata sulla base
di rigorosi princìpi etici, può trasformarsi in uno strumento
efficace per la costruzione di una società più giusta e solidale
a livello planetario. Non ci possono essere due morali, una
per chi è vicino e una per chi vive più lontano da noi. I poveri
sono dappertutto: nelle periferie delle nostre grandi città o
in Africa o ai confini tra l’India e il Pakistan o in certe zone
povere dell’America latina; e questo non cambia le nostre re-
sponsabilità nei loro confronti. Fino a qualche anno fa essere
di aiuto a chi è più vicino era più semplice e più pratico, oggi
Internet e la facilità con cui si viaggia hanno cambiato tutto,
compresi i confini della morale.
È necessario riflettere su un altro aspetto importante: dare
quello che a noi non serve a chi ne ha bisogno è un atto di
carità o è un dovere? Un atto di generosità si può o non si
può fare; un dovere non lascia alternative. E, ancora, quanto
dare? L’ideale sarebbe che ciascuno dia tutto quello che ha in
sovrappiù. «Quello che un uomo ha in più - diceva Tommaso
d’Aquino - appartiene per diritto naturale a chi è povero per
il suo sostentamento, il pane che avanza è di chi ha fame e i
vestiti in più sono di chi non ha da coprirsi».
Nel 1748 Montesquieu (
De l’esprit des lois
) scriveva: «qual-
che elemosina fatta a un uomo nudo per le strade non basta
ad adempiere agli obblighi dello Stato, il quale deve a tutti
i cittadini la sussistenza assicurata, il nutrimento, un abbi-
gliamento decente, e un genere di vita che non sia dannoso
alla salute».
La solidarietà non ha quindi solo una dimensione puramente
caritatevole; è inserita nel recinto costituzionale. È un prin-
cipio, richiamato in molte costituzioni, che pone al centro un
nuovo concetto di cittadinanza intesa come uguaglianza dei
diritti che accompagnano la persona ovunque sia. Nel 2000
l'Unione Europea si è data una Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea, solennemente proclamata il 7 dicem-
bre 2000 a Nizza e perciò detta anche Carta di Nizza. Nel
titolo IV della Carta viene annoverato il principio solidarietà
che ha il fine di salvaguardare il benessere dei cittadini eu-
ropei tramite la tutela dei diritti sociali (salute, ambiente,
accesso ai servizi economici d’interesse generale, tutela del
consumatore, etc.) da parte dei governi degli Stati che fanno
parte dell'Unione.
Nella Costituzione italiana la norma chiave è l’articolo 2: «la
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uo-
mo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge
la sua personalità, e richiede l’adempimento di doveri indero-
gabili di solidarietà politica, economica e sociale. Viene così
sancito un principio costitutivo di una società “democratica”
che, da un lato, riconosce e garantisce i diritti fondamentali
(salute, lavoro, decoro di vita, etc.) e, dall’altro, sancisce
l’adempimento dei doveri inderogabili di «solidarietà politica,
economica e sociale».
«Il principio solidarietà è, quindi, destinato a guidare l’azione
pubblica e quella privata».
La solidarietà è “sociale" in quanto le istituzioni devono prov-
vedere a sollevare persone costrette ai margini della società
a causa di problemi economici (disoccupati, sottostipendiati,
pensionati, etc.) o di altro genere (malati, invalidi, stranieri
immigrati, etc.). La solidarietà, intesa come diritto sociale,