Rotary | Dicembre 2013 - page 74

D. 2031
Progetto Cuore Rotary
DI
G
UALTIERO
T
RUCCO
E’ ormai con troppa frequenza, che
giornali e televisione ci danno notizia di
giovani, di sportivi, di persone apparen-
temente in piena salute, che perdono
la vita improvvisamente per “arresto
cardiaco”. Apprendiamo di queste mor-
ti, con un senso eguale di rabbia ed
impotenza, di fronte a quello che per-
cepiamo come un evento ineluttabile.
Ma non è così. L’arresto cardiaco si può
“curare” con delle semplici manovre
denominate con la sigla inglese BLSD
(Basic Life Support Defibrillator) che
prevedono l’utilizzo di un Defibrillatore
Automatico (AED: Automatic Esternal
Defibrillator).
Quello che emerge dai giornali è però
solo la punta di un iceberg. In Italia
sono circa sessantamila le persone che
muoiono ogni anno per arresto cardia-
co, circa 150 al giorno, più delle morti
per tumore o per cause accidentali. Ba-
sterebbe quindi che nella cultura della
popolazione italiana si facesse strada
la conoscenza di queste semplici ma-
novre, specie nelle nuove generazioni,
perché un numero sempre più grande
di persone colpite da arresto cardiaco
possano essere salvate.
Molti ancora si chiedono: ma com’è
possibile che una persona senza cono-
scenze di medicina, addestrata in un
una persona, sino all’arrivo dell’ambu-
lanza del 118? Il segreto è nella tecno-
logia con la quale sono costruiti i Defi-
brillatori Automatici utilizzati in queste
situazioni. Sono macchine progettate
per essere in grado di diagnosticare
cosa sta succedendo in quel momento
al cuore della persona in “arresto car-
diaco”, non appena siano stati collegati
gli elettrodi, e, come per il “navigatore”
di un’auto, parlano al soccorritore di-
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ROTARY
dicembre 2013
NOTIZIE ITALIA
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