Rotary | Maggio 2013 - page 45

FOCUS
/ OBIETTIVI DEL MILLENNIO
43 focus
Alla riduzione della mortalità infantile contribuiscono una
serie di attenzioni prima, durante e dopo la gravidanza come:
una corretta nutrizione e alimentazione sana di mamme e
bambini; adeguati controlli pre e post parto; parti assistiti
da personale qualificato; trattamenti per evitare la trasmis-
sione dell’AIDS da madre a figlio/a; servizi di pianificazione
familiare.
Inoltre recenti studi hanno dimostrato che se i neonati rice-
vessero entro la prima ora di vita il colostro (il primissimo
latte materno) si attiverebbe immediatamente il loro sistema
immunitario rendendoli tre volte più capaci di sopravvivere
a condizioni avverse. Secondo Save the Children i progressi
fatti a livello globale contro la mortalità infantile sarebbero
più rapidi se le mamme fossero adeguatamente incoraggiate
e sostenute nell’allattamento naturale, anche se al contrario
le statistiche indicano che la diffusione di questa pratica
fondamentale non solo è in stallo, ma in alcuni Paesi sta
addirittura regredendo.
Anche se il tasso di mortalità infantile italiano si attesta sui
livelli dei paesi più avanzati del mondo, non deve essere sot-
tovalutata la forte variabilità territoriale, con un certo svan-
taggio del Mezzogiorno e di alcune aree del Nord.
Nel Mezzogiorno sono quindici le province che presentano
valori inferiori a quello medio nazionale. Nell’Italia settentrio-
nale i valori si mantengono generalmente al di sotto del livello
medio, tranne che in quattordici province.
Tra le province con i tassi più elevati ci sono Enna (7,4 morti
nel primo anno di vita per mille nati vivi), quattro province
calabre su cinque (Reggio di Calabria, Catanzaro, Vibo Va-
lentia e Cosenza) e ancora Benevento, Oristano, Cremona
e Asti (tutte con valori superiori a 5,5 per mille). Il tasso di
mortalità infantile più basso si ha in Valle d’Aosta (0,8 per
mille), mentre in Umbria, oltre il 50 per cento della mortalità
infantile si verifica oltre il primo mese di vita.
La mortalità nel primo mese di vita assorbe quasi tutta la
mortalità infantile, esprimendo in tutte le regioni almeno il
60 per cento della mortalità infantile totale.
Una tendenza alla diminuzione della mortalità infantile si
rileva anche in Europa, seppur in misura meno accentuata e
con battute di arresto e oscillazioni.
Il Regno Unito, con un tasso del 4,7 per mille, si colloca in
un valore medio, mentre Paesi Bassi, Francia, Austria, Ger-
mania, Grecia e Spagna si attestano sui valori italiani. Finlan-
dia, Svezia, Slovenia e Lussemburgo si piazzano in fondo alla
graduatoria con tassi di mortalità infantile molto contenuti,
pari a circa la metà della media europea (rispettivamente
2,6, 2,5, 2,1 e 1,8 morti per mille nati vivi). Le malattie non
infettive e croniche sono responsabili per il 79% di anni di vi-
ta persi e tra queste le tre cause più comuni di malattia sono
patologie neuropsichiatriche, anormalità congenite, problemi
muscolo-scheletrici e respiratorie. Da migliorare, sono soprat-
tutto i sistemi di cura per le malattie croniche. Se da questo
punto di vista c’è infatti grande attenzione per gli adulti, non
vale lo stesso per i bambini. Con risorse adeguate, politiche
appropriate, e una prevenzione semplice, collaudata ed eco-
nomica la mortalità infantile potrebbe essere ridotta. In ogni
caso, se la tendenza attuale continua, la mortalità di bambini
sotto i cinque anni, entro il 2015, diminuirà del 15 per cento
in tutto il mondo. Anche se l’obiettivo posto dall’OSM rimane
ancora lontano.
Grafico della mortalità infantile in Italia negli ultimi anni.
1...,35,36,37,38,39,40,41,42,43,44 46,47,48,49,50,51,52,53,54,55,...68
Powered by FlippingBook