Rivista Rotary | Dicembre 2014 - page 26

INTERVISTE
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ROTARY
dicembre 2014
club siano particolarmente utili, per tenere nella nostra orbita
tutti quei ragazzi che escono dall’esperienza del Rotaract e
che per i più svariati motivi non sono o non si sentono ancora
pronti per il Rotary. Se non abbiamo delle forme nuove per
tenerli “legati” a noi, finiamo inesorabilmente per perderli,
dopo aver speso tante energie e tanti fondi per trasmettere
loro i valori rotariani. Dopo qualche anno potranno poi tran-
sitare nei nostri club, o il Club Satellite potrà trasformarsi in
un club indipendente. È un sentiero ancora inesplorato, sco-
priremo le sue potenzialità solo percorrendolo, con prudenza
e tenacia, senza paura delle novità. La paura delle cose nuove
è l’ostacolo più grosso sulla via del progresso.
Gianni Montalenti
Coordinatore Task Force New Generations
Un filo diretto lega i giovani, l’idea
di un Rotary sempre nuovo e lo svi-
luppo dell’effettivo. Come si sta la-
vorando in Italia?
Si sta incominciando a lavorare bene. Sempre più governatori
nelle loro visite e seminari stanno convincendo i club a un
approccio diverso con i loro Rotaract. Sono sempre di più
le iniziative che vedono Rotary e Rotaract lavorare insieme.
Lo sviluppo dell’effettivo e i giovani sono argomenti molto
ampi, che non vanno valutati erroneamente solo con lo scopo
di un ringiovanimento dei Rotary Club, ma che vanno visti
principalmente sotto il profilo professionale, perché è questo
che ci serve. L’inserimento dei giovani nei nostri club signi-
fica stimolare il confronto, e confronto vuol dire mettersi in
discussione, conseguentemente rischiare. Il che potrebbe
precludere a una perdita di benefici per alcuni. Dimostrare
di saper rischiare significa trasmettere ai giovani di credere
in quello che proponiamo. Credere significa investire emoti-
vamente e razionalmente, significa trasmettere coraggio. E i
nostri ragazzi hanno bisogno di questo.
Che cosa caratterizza il piano di Zona 12 a favore delle
nuove generazioni? Come reagiscono i distretti?
Innanzitutto l’Italia - rotaractianamente parlando - rappre-
senta il Paese più importante a livello europeo, ed il quarto
nel mondo dopo colossi come India, Usa e Brasile. Possiamo
contare su oltre 7.000 giovani distribuiti in più di 450 Ro-
taract Club. Un bacino notevole se si pensa che la Germania
al secondo posto, si attesta a poco meno di 200 Club. Il mio
lavoro in questi anni è stato quello di proporre ai governatori
che si sono succeduti, principalmente informazioni sulla
potenzialità dei nostri giovani. Innanzitutto far conoscere i
numeri di un successo operativo a livello di Service, capacità
organizzative e fundraising dei Rotaract italiani; poi una fo-
tografia sulla distribuzione di età e sesso (52% ragazzi 48%
ragazze) per singolo distretto, ma soprattutto una indicazione
sulla professionalità dei rotaractiani (sempre per singolo
Distretto) nell’età prossima ai 30 anni con relativi elenchi
nominatovi a disposizione di ogni singolo club. I governatori
hanno dimostrato interesse per queste informazioni, ma la
risposta dovrà arrivare dai club che avranno la possibilità di
valutare i giovani segnalati e pianificare la loro accoglienza.
Sono più di 1.500 i giovani nella fascia 29-30 anni che
quest’anno sono stati indicati per una valutazione. Il passo
da effettuare come strategia avanzata è ufficializzare e for-
malizzare l’esistente Coordinamento Nazionale del Rotaract,
con un Multi-Distretto Italia (così come avviene in altri Paesi
europei) per favorire la circolazione delle informazioni nella
famiglia rotariana, ma soprattutto per coinvolgere nell’infor-
mazione il Rotary International, affinché il notevole lavoro
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