INTERVISTE
          
        
        
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          ROTARY
        
        
          dicembre 2014
        
        
          club siano particolarmente utili, per tenere nella nostra orbita
        
        
          tutti quei ragazzi che escono dall’esperienza del Rotaract e
        
        
          che per i più svariati motivi non sono o non si sentono ancora
        
        
          pronti per il Rotary. Se non abbiamo delle forme nuove per
        
        
          tenerli “legati” a noi, finiamo inesorabilmente per perderli,
        
        
          dopo aver speso tante energie e tanti fondi per trasmettere
        
        
          loro i valori rotariani. Dopo qualche anno potranno poi tran-
        
        
          sitare nei nostri club, o il Club Satellite potrà trasformarsi in
        
        
          un club indipendente. È un sentiero ancora inesplorato, sco-
        
        
          priremo le sue potenzialità solo percorrendolo, con prudenza
        
        
          e tenacia, senza paura delle novità. La paura delle cose nuove
        
        
          è l’ostacolo più grosso sulla via del progresso.
        
        
          
            Gianni Montalenti
          
        
        
          
            Coordinatore Task Force New Generations
          
        
        
          
            Un filo diretto lega i giovani, l’idea
          
        
        
          
            di un Rotary sempre nuovo e lo svi-
          
        
        
          
            luppo dell’effettivo. Come si sta la-
          
        
        
          
            vorando in Italia?
          
        
        
          Si sta incominciando a lavorare bene. Sempre più governatori
        
        
          nelle loro visite e seminari stanno convincendo i club a un
        
        
          approccio diverso con i loro Rotaract. Sono sempre di più
        
        
          le iniziative che vedono Rotary e Rotaract lavorare insieme.
        
        
          Lo sviluppo dell’effettivo e i giovani sono argomenti molto
        
        
          ampi, che non vanno valutati erroneamente solo con lo scopo
        
        
          di un ringiovanimento dei Rotary Club, ma che vanno visti
        
        
          principalmente sotto il profilo professionale, perché è questo
        
        
          che ci serve. L’inserimento dei giovani nei nostri club signi-
        
        
          fica stimolare il confronto, e confronto vuol dire mettersi in
        
        
          discussione, conseguentemente rischiare. Il che potrebbe
        
        
          precludere a una perdita di benefici per alcuni. Dimostrare
        
        
          di saper rischiare significa trasmettere ai giovani di credere
        
        
          in quello che proponiamo. Credere significa investire emoti-
        
        
          vamente e razionalmente, significa trasmettere coraggio. E i
        
        
          nostri ragazzi hanno bisogno di questo.
        
        
          
            Che cosa caratterizza il piano di Zona 12 a favore delle
          
        
        
          
            nuove generazioni? Come reagiscono i distretti?
          
        
        
          Innanzitutto l’Italia - rotaractianamente parlando - rappre-
        
        
          senta il Paese più importante a livello europeo, ed il quarto
        
        
          nel mondo dopo colossi come India, Usa e Brasile. Possiamo
        
        
          contare su oltre 7.000 giovani distribuiti in più di 450 Ro-
        
        
          taract Club. Un bacino notevole se si pensa che la Germania
        
        
          al secondo posto, si attesta a poco meno di 200 Club. Il mio
        
        
          lavoro in questi anni è stato quello di proporre ai governatori
        
        
          che si sono succeduti, principalmente informazioni sulla
        
        
          potenzialità dei nostri giovani. Innanzitutto far conoscere i
        
        
          numeri di un successo operativo a livello di Service, capacità
        
        
          organizzative e fundraising dei Rotaract italiani; poi una fo-
        
        
          tografia sulla distribuzione di età e sesso (52% ragazzi 48%
        
        
          ragazze) per singolo distretto, ma soprattutto una indicazione
        
        
          sulla professionalità dei rotaractiani (sempre per singolo
        
        
          Distretto) nell’età prossima ai 30 anni con relativi elenchi
        
        
          nominatovi a disposizione di ogni singolo club. I governatori
        
        
          hanno dimostrato interesse per queste informazioni, ma la
        
        
          risposta dovrà arrivare dai club che avranno la possibilità di
        
        
          valutare i giovani segnalati e pianificare la loro accoglienza.
        
        
          Sono più di 1.500 i giovani nella fascia 29-30 anni che
        
        
          quest’anno sono stati indicati per una valutazione. Il passo
        
        
          da effettuare come strategia avanzata è ufficializzare e for-
        
        
          malizzare l’esistente Coordinamento Nazionale del Rotaract,
        
        
          con un Multi-Distretto Italia (così come avviene in altri Paesi
        
        
          europei) per favorire la circolazione delle informazioni nella
        
        
          famiglia rotariana, ma soprattutto per coinvolgere nell’infor-
        
        
          mazione il Rotary International, affinché il notevole lavoro