TASK FORCE
          
        
        
          di Service dei nostri giovani possa avere un riconoscimento,
        
        
          soprattutto in sede internazionale, che oggi non c’è perché
        
        
          non è veicolato attraverso i canali predisposti dalla nostra
        
        
          organizzazione. Purtroppo non è stato ancora possibile realiz-
        
        
          zarlo, ma in Italia, mi si permetta un’amara considerazione,
        
        
          il concetto di unità nazionale è ancora un pensiero lontano. E
        
        
          ciò va a scapito della nostra immagine globale.
        
        
          
            Al terzo anno del tuo impegno nella Task Force, qual’è il
          
        
        
          
            riscontro rispetto alla strategia intrapresa sul territorio?
          
        
        
          Sono soddisfatto della disponibilità di molti distretti a con-
        
        
          dividere confronti esterni. Il coordinamento nazionale predi-
        
        
          spone delle linee guida in base alle strategie che arrivano da
        
        
          Evanston: i seminari di formazione predisposti dai governato-
        
        
          ri servono a diffondere le nuove linee operative. La presenza
        
        
          a questi seminari di rotariani delle Task Force aiutano a
        
        
          sostenere il Governatore per una più efficace azione nei con-
        
        
          fronti dei Club. Il riscontro? Nuovi club Rotaract e Interact,
        
        
          più attività comuni Rotary-Rotaract, e un inizio d’inversione
        
        
          di tendenza nella diminuzione della membership. Credo che
        
        
          come gruppo di coordinamento si possa essere soddisfatti.
        
        
          
            Chi lavora concretamente con te sul tema?
          
        
        
          Come sempre i rotariani di buona volontà, quelli che hanno
        
        
          a cuore il futuro della’associazione e soprattutto quello dei
        
        
          giovani.
        
        
          Non ho un gruppo specifico di lavoro, ci si interfaccia con le
        
        
          altre Task Force, con i governatori ed i collaboratori che ci
        
        
          vengono indicati di anno in anno.
        
        
          
            Come si inserisce il vostro lavoro nel contesto della visio-
          
        
        
          
            ne di Zona 12, concordata con Andrea Oddi? E a livello
          
        
        
          
            internazionale?
          
        
        
          Ci riuniamo, ci si confronta in incontri anche con i Board
        
        
          Director si concorda un processo di formazione e informazio-
        
        
          ne; ma soprattutto ci si confronta tra noi cercando di seguire
        
        
          una linea comune al fine di offrire a governatori e distretti la
        
        
          massima collaborazione.
        
        
          Per quanto mi riguarda, è anche molto interessante anche il
        
        
          rapporto con i rappresentati distrettuali Rotaract attraverso
        
        
          canali di comunicazione come Facebook e Whatsapp non
        
        
          particolarmente diffusi in ambito rotariano, ma certamente
        
        
          più pratici e dinamici della mail.
        
        
          
            Marco Milanesi
          
        
        
          
            Coordinatore Task Force Leadership
          
        
        
          
            C’è una leadership da costruire, ro-
          
        
        
          
            tarianamente, e una da esprimere
          
        
        
          
            nella società. Come stai lavorando a
          
        
        
          
            livello di strategia?
          
        
        
          Credo si debba parlare di “momenti strategici” che iniziano
        
        
          dal recupero della consapevolezza che si entra nel Rotary in
        
        
          quanto leader nel proprio ambito di riferimento professionale.
        
        
          Un altro momento è costituito dal lavoro da fare sul coraggio
        
        
          di essere attuatori di cambiamento, agendo su una leadership
        
        
          che è invecchiata al punto tale da apparire datata rispetto ai
        
        
          cambiamenti che ci circondano. Un terzo momento è quello
        
        
          di utilizzare la nostra leadership, che trae il suo fondamento
        
        
          dall’intergrità, per portare sempre più linfa, più ossigeno nel
        
        
          mondo esterno, rendere credibili le nostre azioni, essere rife-
        
        
          rimento di consultazione per le istituzioni.
        
        
          
            Come stanno rispondendo i distretti all’idea di una stra-
          
        
        
          
            tegia di Zona per la leadership?
          
        
        
          Posso rispondere solo per la grande restituzione che ho avuto
        
        
          dovunque sono stato invitato ad intervenire, e la sensazione
        
        
          27  interviste