Rivista Rotary | Gennaio / Febbraio 2015 - page 36

INTERVISTA
ti preoccupi. Io stavo guardando la CNN una notte quando
ho visto il mio direttore di Paese aiutare donne e bambini a
lasciare la città di Homs durante un cessate il fuoco, usando
il proprio corpo per proteggerli. Lo chiamai immediatamente
sul telefono satellitare. Gli dissi: “sono orgogliosa di te, ma
potresti essere un poco più prudente? Non vorrei dover chia-
mare tua moglie se qualcosa dovesse andare storto.”
I membri del tuo staff rischiano molto di più che essere
semplicemente colpiti da un proiettile. Il WFP non è forse
impegnato nella lotta al virus Ebola, in Africa?
L’OMS ci ha chiesto di dar da mangiare a milioni di persone
negli ultimi sei mesi, dalla Guinea, alla Sierra Leone, fino
alla Liberia. Se isoli una popolazione per fermare la propaga-
zione dell’epidemia, devi garantire cibo e acqua sufficienti a
questa, per non far si che debbano spostarsi per averne. Per
questo siamo intervenuti. Se il capofamiglia, che si occupava
di portare a casa il pane, si infetta, noi dobbiamo preoccu-
parci di dare da mangiare a tutta la famiglia. È pericoloso,
ma i nostri collaboratori si sono impegnati per aiutare i più
vulnerabili in tutto il mondo. Loro sono degli eroi. E qualche
volta mi sorprendono. Quando abbiamo mandato una mail
per il reclutamento di staff volontario per intervenire in questi
tre Paesi, abbiamo avuto risposta da 200 volontari.
Le persone pensano che le vostre missioni consistano nel
paracadutare cibo nelle aree affamate in tutto il mondo,
e poi volare via.
Il WFP nasce come programma pilota agli inizi degli anni ses-
santa. Come il programma Food for Peace degli Stati Uniti,
da cui si è sviluppato, usava tutte la tecnologia e la comodità
dei Paesi ricchi per supportare le popolazioni affamate. Da
oltre 10 anni ci siamo evoluti da aiuto alimentare ad assisten-
za alimentare. Qual è la differenza? Beh, l’aiuto alimentare
non è altro che cibo. Tutto sta nel riempire lo stomaco. L’as-
sistenza alimentare è cosa molto diversa. Un esempio sono i
voucher che abbiamo dato ai rifugiati siriani. È un aiuto dato
anche a milioni di piccoli coltivatori.
Controlliamo e monitoriamo i potenziali conflitti, come sta
succedendo ora nello Yemen e in Somalia, per essere pronti
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ROTARY
gennaio-febbraio 2015
a intervenire efficacemente. Abbiamo un occhio di riguardo
anche per le condizioni climatiche. Abbiamo tracciato il
modello di El Niño, per prevedere chi avrebbe avuto un buon
raccolto e chi avrebbe avuto bisogno del nostro intervento.
Suona un po’ come: l’aiuto alimentare è una tattica, l’assi-
stenza alimentare è una strategia
È lo strumento più grande che abbiamo. Ma, come ho già det-
to, non possiamo fare tutto da soli. Siamo forti quando sono
forti i nostri partner. 2.000 partner tra ONG e associazioni
No Profit, incluso il Rotary. E il Rotary, certamente, ha fatto
grandi progressi in tutto il mondo, aiutando i coltivatori, le
scuole – un importante lavoro che potrebbe intersecarsi con
il nostro, ottenendo così i risultati migliori di sempre.
È già avvenuto ciò?
No, non ancora. Possiamo fare di meglio. Troppo spesso le or-
ganizzazioni e le associazioni pensano solo ai propri interessi.
Non ci si riesce a coordinare. Il Rotary, ad esempio, è coin-
volto alla lotta alla fame negli Stati Uniti e in tutto il mondo
da molto tempo. Anche noi combattiamo la fame. Potremmo
lavorare meglio insieme? Sì.
Se tu fornisci di libri una scuola in una qualsiasi parte del
mondo e io consegno pasti ad un’altra scuola, cosa succede?
I tuoi bambini saranno affamati, e i miei non avranno libri.
Come possiamo fare per far sì che i bambini abbiano un pie-
no di benefici e al tempo stesso uno stomaco pieno? Questa
è la sfida. Nell’efficacia di ciò che si fa. Nel 2012 in collabo-
razione con il RC Dubai abbiamo reso particolare l’inizio del
Ramadan. Il Club ha pubblicizzato ogni dollaro donato trami-
te una pagina dedicata sul nostro sito. Si è riusciti così a ga-
rantire 2.000 pasti agli studenti del Medio Oriente. Si parla
di centinaia di migliaia di pasti. Nel 2013 il programma si è
evoluto, coinvolgendo i Rotary club degli Emirati Arabi Uniti.
Come detto da Ahmad Belselah, tesoriere del Rotary Club
Jumeirah – Dubai, il Rotary e il WFP “hanno in comune una
travolgente passione e un attitudine a fare grandi cose”.
Possiamo fare molto di più insieme, piuttosto che lavorando
ognuno per proprio conto.
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