Rivista Rotary | Gennaio / Febbraio 2015 - page 42

Tutto iniziò nell’agosto del 1993 quando, su invito di un mio
amico missionario saveriano, mi recai in Congo nella provin-
cia del Sud Kiwu. Partendo dalla diocesi di Uvira impiegam-
mo otto ore per raggiungere Fizi ove il mio primo intervento
fu l’assistenza a un parto che, malgrado tutto l’immaginabile,
si concluse felicemente. Subito dopo iniziai il mio lavoro da
oculista. Mi resi conto dell’utilità della mia presenza quando
seppi che alcuni pazienti per raggiungere l’ospedale percor-
revano la foresta a piedi per 6-7 giorni.
L’anno seguente, accettando la proposta del Movimento dei
Focolari, mi recai nell’ospedale militare di Zagabria. Nono-
stante la guerra ancora in atto potetti eseguire un gran nume-
ro d’interventi. Questi primi due viaggi mi furono consentiti
dal poter usufruire del mio intero periodo di ferie ospedaliere.
Poi fu la volta del Mozambico; al mio arrivo nell’ospedale di
Quelimane tutta l’attrezzatura era rappresentata da una pila
rotta e da un quadro luminoso fulminato. Dovetti ripartire im-
mediatamente per procurare l’attrezzatura necessaria. L’anno
seguente fu realizzato un ambulatorio molto ben attrezzato
e con un adeguato strumentario chirurgico. Essendo amico
di Padre Aldo Marchesini, missionario dehoniano e chirurgo
dell’ospedale, nonché assegnatario del World population
award delle Nazioni Unite, sono stato sempre ben accetto,
anche perché la mia permanenza in Africa non è stata mai
inferiore ai sei mesi.
Dal 2004 al 2006 mi sono recato undici volte in Nigeria di
cui quattro con la collega Lola Tonin Bianco, ginecologa di
Salerno. L’intensa attività clinica e chirurgica si svolgeva dal-
le ore 8 alle ore 17 con l’aiuto di suore che conoscevano mol-
to bene l’italiano. Ma dalle 17 alle 8 del mattino seguente
erano le ore in cui soffrivo molto per l’isolamento relazionale
non conoscendo la lingua inglese. Comunque l’ospedale di
Emekuku, nel cuore del Biafra, è stato il posto ove, specie
chirurgicamente ho potuto lavorare di più.
Ho prestato la mia opera anche in ospedali o in centri ocu-
listici del Burkina Faso, Ghana, Camerun, Liberia, Senegal,
Togo e Madagascar. Erano ospedali africani in cui emergeva-
no in ogni momento difficoltà riguardanti l’igiene, la fornitura
di materiale, la collaborazione. Spesso mancavano le garze,
cerotti, liquidi da iniettare e ferri sterilizzati.
20 ANNI DI VOLONTARIATO IN AFRICA
Un uomo al servizio degli ultimi
Il racconto di Pier Giorgio Turco, oculista, rotariano del Distretto 2100.
TESTIMONIANZE DI SERVIZIO
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ROTARY
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