siamo rivolti al Presidente della Commissione Distrettuale
per le Nuove Generazioni, o al Rappresentante Distrettuale
del Rotaract o Interact per analizzare con loro la possibilità
di lavorare insieme, di affrontarci sulle nostre professionalità.
“Dobbiamo aprire le porte dei nostri club ai giovani - ha
commentato Arrigo Rispoli - i giovani portano confronto,
entusiasmo e nuove idee, a patto che si dia loro la possibi-
lità di esprimerle e anche di sbagliare. Non confiniamoli o
costringiamoli però a un ruolo di perenni apprendisti e non li-
mitiamoci a invitarli solo a Natale e al Passaggio del Collare.”
Il Rotary International sempre di più identifica nei giovani, e
soprattutto nei suoi gruppi giovanili, l’opportunità per recu-
perare soci: prima lancia le Nuove Generazioni come Quinta
via d’azione, poi promuove i New Generation Club e i Rotary
Club Satelliti, oggi chiede ancora più attenzione nei loro con-
fronti fino a invitare i nostri club a valutare ingressi pressoché
diretti di validi soggetti nella fascia 30/35 anni, prefigurando
anche riduzioni di costi al fine di favorirli. Parallelamente,
sollecita i governatori a seguire attentamente questo impulso
di crescita fino a promuovere, in mancanza di collaborazione,
nuovi club di soli giovani.
“Lavorare con i giovani nei nostri club – commenta Giannni
Montalenti - ci consentirebbe di entrare con più efficacia
nelle scuole e nelle università, nostri obiettivi prioritari per la
diffusione di modelli di servizio e professionalità eticamente
corretta. Oggi, il nostro sodalizio è in difficoltà: età media
elevata, riduzione degli effettivi, poco dinamismo e modesta
immagine pubblica. C’è quindi bisogno di reagire. Agire
principalmente contro quegli stereotipi e pregiudizi che sono
barriere spesso difficili da superare, ma se vogliamo andare
oltre abbiamo una sola possibilità: incontrarci conoscerci e
confrontarci. Mi permetto di consigliare ai club di analizzare
l’ammissione di possibili nuovi giovani imprenditori e profes-
sionisti principalmente attraverso alle loro doti etico-morali,
accettando, in presenza di queste, una modesta scommessa
sul loro futuro successo professionale; e mi permetto di con-
sigliare ai potenziali “giovani rotariani ex rotaractiani”, che
la vita rotariana è diversa da quella a volte un po’ goliardica
rotaractiana, ci vuole impegno concreto, ci vuole presenza
attiva, ci vuole etica e professionalità soprattutto, oltre cer-
tamente all'entusiastica progettualità tipica del Rotaract.“
“Questa è la lezione di un triennio passato con i nostri giovani
– ha concluso Gianni Montalenti - e questo è quanto mi sento
di sollecitare ad Arrigo Rispoli che mi succederà per il pros-
simo triennio. Essere leader per trasmettere Leadership! Noi
rotariani ci fregiamo di un concetto di eccellenza. Trasmet-
tiamola quindi questa eccellenza ai nostri giovani - potenziali
leader. Quindi: confronto, meglio se confronto professionale.
Ma confronto vuol dire mettersi in discussione, conseguente-
mente rischiare. Il che potrebbe precludere a una perdita di
benefici. Dimostrare di saper rischiare significa trasmettere
anche di credere in quello che proponiamo. Credere significa
investire emotivamente e razionalmente, significa trasmette-
re coraggio.”
Avere il coraggio delle proprie idee: è questo che manca
anche in tante proposte rotariane, quindi la scelta di perso-
ne rigorose, e non quelle di circoli elitari, nella creazione e
gestione operativa delle proposte e delle nostre attività verso
le Nuove Generazioni.
“Il Rotary International – conclude Arrigo Rispoli - non chie-
de di accogliere i giovani Leader per fare semplicemente cas-
sa, come molti disincantati vogliono convincerci, per un im-
passibile strumento economico finanziario. Non sono questi
i concetti a cui si ispirava Paul Harris e in cui noi crediamo.
Sono quelli della giustizia, della morale, del servizio, di tutti
i valori umani. I giovani vogliono questo: se non trasmettiamo
questa Leadership i giovani leader non li avremo mai!“
L
uigi
D
e
C
oncilio
31 nuove generazioni
NUOVE GENERAZIONI
